Giovedì 22 dicembre, Milano, Palazzo della Regione. Una conferenza stampa convocata per annunciare il Festival delle idee, primo esempio di concorso pubblico orientato alla raccolta di proposte originali ed economicamente rilevanti per il riutilizzo innovativo dei beni confiscati nella regione lombarda.
L’iniziativa è promossa unitamente dalla Commissione Speciale Antimafia del Consiglio Regionale lombardo e dal Comitato tecnico scientifico per la legalità e il contrasto alle mafie, con l’avallo dell’Ufficio di Presidenza regionale. Presenti infatti il consigliere PD Gian Antonio Girelli, presidente della Commissione Antimafia, il prof. Nando dalla Chiesa, presidente del comitato tecnico, Raffaele Cattaneo, presidente del consiglio regionale. Accanto a loro, Nicola Leoni, vicepresidente di Avviso Pubblico e sindaco del comune di Gazoldo degli Ippoliti (Mantova).
“Il concorso intende affrontare la questione dei beni confiscati come una questione non di nicchia, bensì di grande rilevanza sociale, e si inserisce in una serie di azioni concrete portate avanti dalla Regione Lombardia”, ha esordito Girelli, che ricorda infatti come questo festival sia una ricaduta evidente dell’applicazione di una legge regionale, la 17 del 2015, che prevedeva esattamente l’istituzione di un comitato tecnico di supporto della Commissione speciale antimafia. Proprio in seno al lavoro del comitato ha preso forma il progetto presentato, e specialmente a partire dai risultati di una ricerca svolta da Eupolis, con la partecipazione di CROSS, centro di ricerca dell’Università degli Studi di Milano diretto dal prof. dalla Chiesa, per conto del Consiglio della Regione Lombardia (“Il punto sul tema dei beni confiscati alle mafie in Lombardia, 2015)
Si legge nella ricerca: “il dato di partenza è che i beni immobili confiscati in Lombardia alla criminalità organizzata, stando ai dati aggiornati al 2015, sono 1275, di cui alcuni non ancora confiscati definitivamente. La provincia di Milano detiene il maggior numero di beni (776), pari a più della metà del totale regionale. Seguono, molto distanziate, le province di Brescia (114) e Varese (80), fino a quelle di Lodi, Mantova e Sondrio” (Maestri M., Rivista di Studi e ricerche sulla criminalità organizzata, 2016). Questi dati la posizionano al quinto posto in Italia per numero di beni confiscati dopo Sicilia, Campania, Calabria e Puglia. Rispetto alla natura di questo patrimonio, la stessa fonte riporta che “la maggioranza relativa, ossia il 37%, è rappresentato da appartamenti; il 7% da ville e abitazioni indipendenti, mentre il 25% è costituito da box, garage, autorimesse; soltanto il 7%, invece è rappresentato da terreni. Infine, il 23% è rappresentato da […] : magazzini, locali di deposito; negozi, botteghe; alberghi, pensioni; laboratori di arti e mestieri; uffici e studi privati; opifici”.
Il festival delle idee punta a ridiscutere il concetto di uso sociale, notoriamente introdotto nella normativa italiana dalla legge di iniziativa popolare n. 109/96, per come esso si è progressivamente affermato nella prassi quotidiana di gestione. Si vuole arrivare ad affermare l’equazione beni confiscati-imprenditorialità sociale-nuove opportunità di lavoro. Partendo sempre dai risultati della ricerca Eupolis-CROSS, si scopre come “la destinazione maggioritaria, che riguarda il 43% degli immobili confiscati alla criminalità organizzata, è quella del cosiddetto housing sociale”. I problemi che la ricerca finisce per porre sono di duplice natura: da un canto, l’indagine sul campo ha permesso di registrare l’imbarazzo di alcuni gestori a dichiarare la precedente identità del bene, quando non “una completa assenza di consapevolezza di far parte di una rete sociale che gestisce beni confiscati alla criminalità organizzata” (Maestri M., Rivista di Studi e ricerche sulla criminalità organizzata, 2016); dall’altro, “la spinta progettuale, si potrebbe dire la spinta morale, a trasformare la maggior parte dei beni confiscati in occasione generatrice di nuove opportunità di lavoro, appare molto contenuta, in certe situazioni del tutto assente. Si presenta invece spesso una rimarchevole tendenza a usare il patrimonio dei beni confiscati per concedere sedi ad associazioni molto eterogenee tra loro per reputazione e meriti acquisiti sul campo […]. Da tutto questo deriva un uso dei beni caratterizzato da un basso profilo imprenditoriale”.
“I risultati di questa ricerca – ha affermato ieri il prof. dalla Chiesa – non sono stati entusiasmanti. Ma se, al contrario, i beni confiscati rappresentano un enorme patrimonio di ordine morale e materiale (un valore approssimativo di centinaia di milioni), il concorso vuole mobilitare la cittadinanza lombarda chiedendole di esprimere i propri bisogni attraverso le proposte di riutilizzo innovativo di questi beni”.
I beni confiscati sono mezzo e al contempo fine di un contrasto efficace alle organizzazioni mafiose. La consapevolezza di ciò e la conoscenza del “modello lombardo” di gestione elaborato nell’ambito della ricerca sopracitata innervano lo spirito del festival delle idee. Non sono previsti limiti di età per la partecipazione al concorso, ci si può candidare singolarmente, o in gruppi. Le ipotesi più originali e naturalmente quelle vincitrici saranno rese note sul sito di Regione e presentate durante la “settimana della legalità” che Regione Lombardia intende organizzare per il prossimo 21 marzo, giornata nazionale della memoria delle vittime (innocenti) delle mafie.
Se questa idea inizia a piacere anche in altre regioni che potrebbero emularla, un aiuto in termini di diffusione è stato promesso da Avviso Pubblico. Nicola Leoni non esita a definire il festival delle idee una buona pratica, dal momento che “una corretta gestione dei beni confiscati è molto importante, soprattuto per gli enti locali, da un punto di vista anche economico”.
E così, allineandosi ai relatori precedenti, il presidente Cattaneo: “Il miglior risultato di questo progetto – sono sicuro – più ancora che il progetto stesso, è la consapevolezza che aiuterà a generare. La Lombardia ha un grande lavoro da fare, ma se abbiamo questo grande patrimonio sul territorio, noi lo dobbiamo rivendicare senza vergognarci”.
Come partecipare? Ecco l’avviso con le istruzioni.
Scadenza: 10 febbraio.