Questi sono i rigurgiti, la microfisica del potere, la ‘ndrangheta che muove i propri burattini, il suo potere che si manifesta per mistificare la realtà. Sono la diffamazione, la malignità, mascherate da difesa della libertà di opinione, del diritto al pluralismo in uno stato democratico. Le scritte sui muri e poi l’attacco di Rosy Canale a Libera dopo il 21 marzo a Locri non sono un caso né fatti scollegati.

Lo Stato è il bersaglio di quelle scritte apparse sui muri di Locri. Sebbene – anzi – proprio perchè non le ha fatte la ‘ndrangheta, assecondando in questo le dichiarazioni del procuratore Gratteri – il dato sembra ancor più allarmante. Nessuno venga in Calabria a parlarci della Calabria – pensa uno/a ‘ndranghetista – solo noi “calabresi” ne abbiamo diritto. Questo è il messaggio. Nessuno venga a farci la paternale – parafrasando la Canale – noi abbiamo il diritto di lamentarci contro lo stato che ci dà solo sbirri e niente lavoro. E chi si lamenta è “un’audace”. Ma Rosy Canale – arrestata nell’operazione “Inganno” nel 2013 e poi condannata a 4 anni per truffa – non ha mai fatto mostra di amare particolarmente lo Stato. Per esempio, quando venne a Milano al Teatro Franco Parenti a mettere in scena il suo spettacolo, nel suo intervento in qualità di presidentessa dell’associazione Donne di San Luca, mai nominò la ‘ndrangheta, ma criticò sempre e solo lo Stato e il movimento antimafia. Un’operazione per confondere i piani del discorso, costruita perchè le distinzioni tra buoni e cattivi sfumino, si sgranino, come confini tracciati sull’acqua.

Questa, per favore, è la cornice dentro cui inserire l’attacco di Rosy Canale a Libera (grazie a Domenico Romeo per la segnalazione)

Bisogna intendersi bene sulla cornice utile a capire quello che succede. Gli ‘ndranghetisti sono ‘ndranghetisti, si dia il giusto nome alle cose. I calabresi sono un popolo, gli ‘ndranghetisti sono una associazione criminale eversiva dello stato di diritto, nemici dei cittadini, nemici dei calabresi. Fece bene a domandare Nando dalla Chiesa a Corsico qualche mese fa come mai la Calabria sia la regione più povera d’Italia, con il tasso di disoccupazione più alto: “se la ‘ndrangheta che fa molti profitti dice di amare il suo popolo come mai reinveste in tutti i continenti tranne che nella sua terra?”. Rosy Canale, per favore, risponda lei.

 

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