di Monica Forte
L’incendio di pochi giorni fa in un impianto di trattamento di rifiuti a Cermenate e il più recente incendio nella ex SNIA di Varedo dove sono andati in fumo interi capannoni stipati illegalmente fino al soffitto, ci riportano bruscamente ad affrontare ancora il tema mai esaurito del traffico illecito di rifiuti. L’incendio di Cermenate al momento pare abbia una origine accidentale, ma questo non diminuisce affatto le ripercussioni sull’ambiente e sulla salute pubblica. Ciò che è certo è che gli incendi sono ancora tanti e si sommano ad interramenti, stoccaggio abusivo e traffico transfontaliero di rifiuti, tutti fenomeni che non accennano a diminuire.
E allora mi sorge spontanea una riflessione: negli ultimi mesi il tema della transizione ecologica e dell’ambiente sta diventando prioritario nella politica internazionale (sarà perchè gli eventi atmosferici estremi stanno diventando all’ordine del giorno e sono arrivati davanti la porta di casa nostra?), quella stessa politica che fino a poco tempo fa bollava l’emergenza climatica come un esercizio stilistico degli addetti ai lavori che a loro volta erano etichettati come catastrofisti e anche un pò folli.
Oggi politica e istituzioni sembrano essersi risvegliati eppure… perchè questo tema non è mai trattato assieme al fenomeno delle criminalità ambientali, delle ecomafie, dei reati ambientali?
Ci si preoccupa della transizione delle aziende, giusto, della salvaguardia dei posti di lavoro, giusto, degli investimenti necessari in un’economia veramente sostenibile, giusto, ma MAI si accenna a come mettere un freno ai reati ambientali, a come prevenire e contrastare il traffico illecito di rifiuti, a come proteggere il mercato legale dato che le mafie sono già pronte a cavalcare questa nuova frontiera dell’economia mascherandosi da imprese sostenibili e continuando a inquinare come hanno sempre fatto.
Ecco, io in questa assenza, in questa mancanza ci vedo tutela di interessi privati, mancanza di visione a lungo termine, salvaguardia del proprio consenso elettorale. Non è più tollerabile assistere passivamente alle centinaia di indagini della magistratura, non si possono lasciare per anni capannoni strapieni di rifiuti come nell’ex SNIA senza alcuna protezione o messa in sicurezza, aperti a chiunque volesse appiccare un incendio… un disastro annunciato di cui le istituzioni sono colpevoli tanto quanto il proprietario di quell’area .
Una politica seria dovrebbe, in vista di una generale transizione ecologica, che sarà una trasformazione epocale dell’economia mondiale, ad esempio intervenire subito affinché i reati ambientali non siano più convenienti per le criminalità organizzate adottando pene più severe, investire sulle avanzatissime tecnologie a disposizione per mappare, monitorare, controllare il territorio, stanziare risorse adeguate per potenziare il personale tecnico qualificato deputato ai controlli e alla tutela dell’ambiente. Questi sarebbero segnali forti da parte di politica e di governi sedicenti “ambientalisti” altrimenti come sempre ci si riempie la bocca di tante belle e promettenti parole, ma alla fine tutto cambia perchè nulla cambi.