di Tea Maistro
Gaspare
Spatuzza è un pentito di mafia ed ex boss di Brancaccio che, collaborando con
la giustizia italiana, ha fornito importanti informazioni riguardanti i
depistaggi seguiti alla morte di Paolo Borsellino, avvenuta nel luglio 1992. Si
è avvicinato a Cosa Nostra all’età di 11 anni per vendicare la morte del
fratello Salvatore, ucciso a causa di un omicidio a cui aveva preso parte e che
non era stato autorizzato dalla Cupola. È stato accusato di oltre 40 omicidi. Per
la maggior parte della sua carriera da mafioso ha fatto parte dei bassi ranghi di
Cosa Nostra, per poi diventare boss della famiglia di Brancaccio. È
responsabile del reperimento di parte del tritolo utilizzato nella strage di
Capaci; ha partecipato, inoltre, alle stragi di Firenze, Roma e Milano,
procurando il tritolo e costruendo gli ordigni che furono fatti esplodere.
Spatuzza è stato arrestato nel 1997 e, dunque, si trova in carcere da 25 anni. Nel
settembre 2021 ha richiesto, tramite la sua legale Valeria Maffei, la libertà
condizionale. A tale richiesta si è opposto il tribunale di sorveglianza di Roma,
sostenendo che l’ex boss non abbia ancora terminato il suo percorso di
rieducazione e ribadendo la necessità di misure “concrete” che dimostrino il suo
effettivo pentimento. La Procura di Caltanissetta e la Direzione nazionale
antimafia, invece, si sono pronunciate a favore della concessione della
libertà. La loro posizione è motivata principalmente dal fatto che, a partire
dal 2008, Spatuzza ha collaborato con la giustizia, fornendo informazioni di
fondamentale importanza relative alla strage di Via D’Amelio. Le sue
deposizioni, infatti, hanno permesso di scagionare sette individui condannati
all’ergastolo perché ritenuti responsabili della morte del giudice Borsellino.
Le informazioni fornite erano state ritenute attenibili dalle Procure e delle
Corti d’Assise e hanno permesso di processare alcuni poliziotti di
Caltanissetta che, secondo l’accusa, avrebbero estorto delle false confessioni
ai sette individui successivamente accusati della morte del magistrato. È di pochi
giorni fa -11 maggio 2022- la notizia che sono state richieste le condanne per
3 poliziotti, i quali avrebbero inquinato le prove della strage. L’imputazione
è di calunnia, aggravata dall’avere favorito la mafia. Sono stati chiesti 11
anni per Mario Bo, dirigente della polizia di stato, e 9 anni per i poliziotti
Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo. Inoltre, attraverso le sue dichiarazioni,
Spatuzza ha chiamato in causa il partito di Berlusconi in relazione alle stragi
del ’93 e ai legami con i fratelli Graviano. Queste informazioni, tuttavia,
sono state ritenute parzialmente inattendibili.
Nonostante fosse sostanziosa la mole di informazioni che Spatuzza ha fornito alla giustizia, il tribunale di sorveglianza di Roma non ha accolto la richiesta di libertà condizionale, confermando l’ex boss ai domiciliari. L’avvocata ha allora richiesto il rinvio in Cassazione, sostenendo che il tribunale di Roma non abbia preso effettivamente in considerazione il peso delle testimonianze offerte da Spatuzza e delle azioni da lui compiute negli anni più recenti. A tal proposito, Maffei ha posto l’accento sulla rilevanza dell’incontro tra il suo assistito e il fratello di don Pino Puglisi. Secondo la difesa, infatti, si tratta di un evento che segna l’allontanamento di Spatuzza dalla sua vita da criminale ma che non è stato debitamente preso in considerazione dai giudici del tribunale romano. È utile sottolineare, ai fini della comprensione, che Spatuzza aveva fatto parte di quel commando che nel 1993 uccise Padre Puglisi.
La
Cassazione ha accolto il ricorso e ha annullato l’ordinanza con cui era stata
negata la libertà condizionale da parte del tribunale di sorveglianza. È stata
così ritenuta valida la visione dei fatti proposta dall’avvocata Maffei,
secondo cui i giudici del tribunale di sorveglianza sarebbero stati condizionati
nei loro giudizi da un preconcetto negativo nei confronti di Spatuzza a fronte
di comportamenti attuali che testimoniano pentimento.
Data la sentenza della Cassazione, si può affermare che Spatuzza abbia fatto un
passo in avanti verso la libertà e che possa sperare di tornare libero.