di Caludio La Camera
Claudio La Camera
A seguito del divieto di droga imposto dalle autorità afghane nell’aprile 2022, la
coltivazione del papavero da oppio in Afghanistan si ridurrà drasticamente con
conseguenze devastanti a diversi livelli. Infatti, una minore disponibilità di eroina sul
mercato può causare una riduzione del consumo e stimolare l’emergere di alternative
molto più pericolose come l’uso del fentanyl e altri oppioidi sintetici. È la legge dei
mercati a domanda rigida quali quelli delle droghe: una volta creata la domanda, l’offerta si
adatta.
Sebbene l’aumento dei decessi per overdose sia stato principalmente attribuito all’uso di
fentanyl prodotto illegalmente, sembra che un numero crescente di decessi sia associato
ad altre sostanze. Già nel 2017 l’Agenzia federale per la lotta alle droghe statunitense
(DEA) aveva individuato potenti combinazioni di fentanyl con altre sostanze come ad
esempio il cosiddetto “fentanyl nero”, sequestrato per la prima volta anche in Messico nel
maggio del 2023. Si sa molto poco circa le formule e gli effetti di queste nuove
combinazioni. Si tratta di principi attivi correlati al fentanyl, non soggetti a controllo
internazionale, che i trafficanti immettono nei mercati per verificarne nuove formule.
Nel 2018, L’International Narcotics Board delle Nazioni Unite – al fine informare e allertare
i governi e i privati di una potenziale minaccia – ha pubblicato un elenco di sostanze
correlate al fentanyl di cui non sono noti usi legittimi (il testo del report si trova sul sito:
www.incb.org). Nel 2019, attraverso il progetto OPIOIDS, INCB ha iniziato a monitorare
Internet per verificare l’emersione di nuovi oppioidi su varie piattaforme online. Ad oggi
sono stati individuati 55 oppioidi non correlati al fentanyl la cui potenza e tossicità
rimangono in gran parte sconosciute quali il protonitazene, l’etonitazepina e
l’etodesnitacene.
Le minacce sono molteplici e, purtroppo, destano l’attenzione dei ricercatori e degli studiosi
con molto ritardo rispetto alle possibili soluzioni. L’effetto del fentanyl diventa ancora
più devastante quando viene mischiato con la xilazina (spesso nota come Tranq), un
sedativo, analgesico e miorilassante non oppiaceo autorizzato solo negli Stati Uniti per uso
veterinario. La xilazina è stata identificata per la prima volta come adulterante a Porto Rico
nel 2001; negli Stati Uniti si può acquistare su internet in forma liquida e in polvere, spesso
senza alcuna necessità di dimostrare l’esercizio della professione veterinaria. I risultati di
laboratorio della DEA tra il 2020 e il 2021 mostrano che è stato registrato un aumento del
consumo di xilazina del 193%. Negli Stati Uniti, la diffusione della xilazina sembra seguire
lo stesso percorso del fentanyl: iniziata nei mercati dell’eroina nel nord-est si è poi diffusa
nel sud, per farsi strada nei mercati della droga verso ovest. Per tale motivo, la Drug
Enforcement Administration ha emesso un’allerta su un forte aumento del traffico di
fentanyl misto a xilazina, affermando di aver sequestrato miscele di queste sostanze in 48
Stati su 50. Queste miscele hanno anche un effetto devastante sull’efficacia degli
antidoti come il naloxone usati in caso di overdose, vanificando l’impatto potenzialmente
benefico delle strategie di riduzione del danno.
Negli ultimi anni, gli osservatori dei modelli di consumo di sostanze stupefacenti hanno
iniziato a distinguere tra i giovani che vivono in circostanze difficili (incluso quelli che che
vivono nei paesi in via di sviluppo) e i giovani “mainstream”, che generalmente hanno
maggiori opportunità, opzioni e sostegno e che considerano lo sballo un “time out” dalla vita
normale. I confini tra questi due mondi a volte sono sfocati; ciò che invece sembra essere
comune è il danno associato al consumo. Secondo l’analisi del “World Youth report” delle
Nazioni Unite, l’ampia gamma di problemi segnalati dai giovani include il deterioramento
delle relazioni familiari, il rendimento scolastico più scarso, incidenti, violenze e malattie. I
dati sull’uso di fentanyl e dei suoi analoghi fra gli adolescenti non è elevato se lo si
pone in confronto con l’uso della cannabis, dell’alcol e delle metanfetamine. Tuttavia
una delle principali preoccupazioni a livello mondiale è la probabilità che nelle droghe
tradizionali siano presenti adulteranti sconosciuti come gli oppiacei sintetici.
La situazione di emergenza descritta, mette al centro dell’attenzione delle istituzioni la
necessità di sistemi di prevenzione e sensibilizzazione in grado di proteggere le
categorie più vulnerabili. Nei confronti degli adolescenti e dei giovani, occorrerà
individuare modi di comunicare facilmente comprensibili, al fine di scoraggiare
complessivamente il consumo. L’obiettivo dovrebbe essere quello di creare modelli credibili
di comportamento, e consolidare una sorta di autodifesa basata sulla conoscenza e sulla
responsabilità verso le sostanze che spesso vengono offerte in maniera suggestiva.
Oltre la prevenzione, serviranno anche politiche sociali a beneficio di chi è in qualche
misura già compromesso nel consumo delle nuove droghe. Se non riusciamo a capire il
motivo per cui sempre più giovani sentono il bisogno di “sballarsi”, non si dovrebbe
rinunciare a dare priorità a canali di comunicazione aperti e caratterizzati non dalla
tolleranza ma da una nuova proposta culturale, da un’alternativa di vita. In Nord America –
dove negli ultimi anni si sono registrati aumenti significativi di overdose tra i giovani, in
gran parte a causa della presenza di fentanyl – i giovani si sballano soprattutto per alleviare
lo stress o aumentare il divertimento. Sono le stesse cause che spingono gli adulti all’uso
delle droghe, anche se non mancano altre cause come il desiderio di assumersi dei rischi,
dimostrare autonomia e indipendenza, sviluppare valori distinti dall’autorità dei genitori e
della società, segnalare l’ingresso in un gruppo di coetanei, cercare esperienze nuove ed
entusiasmanti e soddisfare la curiosità.