di Cristina Bianchi

La Guardia di Finanza di Milano, ad inizio novembre scorso, ha eseguito un sequestro preventivo, secondo decreto emesso dal Tribunale di Milano, nei confronti di Pasquale Puglia.

Quest’ultimo è originario di Polla in provincia di Salerno e secondo il Procuratore della Repubblica Marcello Viola è “imputato per riciclaggio e reati tributari, aggravati dal fine di agevolare un’associazione di stampo mafioso”. 

Gli accertamenti sono stati svolti dalla D.D.A. che ha coordinato la Guardia di Finanza Nucleo Polizia Economico Finanziaria e del Gruppo d’investigazione sulla criminalità organizzata e della Compagnia di Gorgonzola.

I finanzieri hanno rilevato una sproporzione, tra ciò che Puglia dichiarava e il suo stile di vita, ritenuta socialmente pericolosa. Numerosi sono stati i conti correnti e gli immobili sequestrati, situati tra Milano e provincia per un “valore complessivo di oltre 3 milioni di euro”.

Le indagini hanno ribadito ciò che precedenti investigazioni sullo stesso Puglia avevano evidenziato: è ritenuto “al vertice di un sodalizio criminale” con l’obiettivo di generare proventi per la cosca dei Melluso a cui è legato da vincoli familiari. 

Infatti, Puglia era già conosciuto dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Poiché il Tribunale di Catanzaro nel marzo 2024 lo ha condannato in primo grado per associazione di stampo mafioso ex art. 416-bis del codice penale. 

Pasquale Puglia, con Adriano Greco, ha partecipato  “con il compito di gestire le cooperative di servizi in Lombardia”, come le società cooperative S.T.E. e ARGENTEA con sede legale a Gorgonzola. Queste, però, uscivano dai confini regionali come nel caso della Società cooperativa a responsabilità limitata con sede legale a San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli. 

Si legge, inoltre, dalla sentenza che Greco e Puglia nella gestione imponevano la propria manodopera nelle società facendo, in seguito, giungere i proventi alla consorteria.

L’associazione di cui facevano parte, secondo le indagini, commetteva estorsioni, aggressioni, minacce, danneggiamenti e detenzione e porto illegale di armi. Greco era, oltretutto, coinvolto nel reperire le armi che poi avrebbe recapitato in Calabria, nella zona di Briatico, di cui la cosca è originaria.  

Infine, il procedimento di sequestro preventivo si trova ancora in una fase antecedente alla prima udienza di discussione fissata dal Tribunale ed, inoltre, gli effetti dello stesso potranno essere definitivi qualora sia decisa la confisca irrevocabile. Tutto dovrà essere accertato in sede giudiziaria.

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