di Nando dalla Chiesa

Dopo la sentenza del processo “Infinito” la considerazione da fare è soprattutto una: ma davvero Milano si deve mobilitare contro la ‘ndrangheta “in vista dell’Expo”, come se questa fosse la scadenza unica ed epocale destinata ad attirare sulla città gli interessi mafiosi? O piuttosto la radiografia che ci viene consegnata dalla sentenza e dal dibattimento non è quella di una città che deve drammaticamente impegnarsi a combattere l’invasione dei clan già da ora e a prescindere dall’Expo? Che deve nella sua quotidianità, già prima che giungano i capitali del grande appuntamento, rimboccarsi le maniche e tirar su argini e bastioni, scavare fossati, formare eserciti civili, sociali e militari per liberare se stessa e l’hinterland dall’esercito occupante? L’Expo rischia a questo punto di essere un diversivo, un rinvio dell’urgenza. E invece l’urgenza è qui, adesso, Milano, novembre 2011.

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