Pessano con Bornago. Arrestati i figli del boss Salvatore Giacobbe, condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso: praticavano estorsioni facendo valere le “credenziali” del padre.
di Valentina Sgambetterra
E’ finito mercoledì 3 ottobre l’incubo che per anni ha perseguitato molti commercianti di Pessano con Bornago, paese alle porte della Brianza. L’operazione “Giacobbe”, portata avanti dai Carabinieri di Cassano d’Adda – e che già lo scorso anno aveva condotto in carcere Vincenzo Giacobbe (33 anni) – si è conclusa con l’arresto degli altri due fratelli Antonio, e Carmelo Salvatore Giacobbe, rispettivamente di 36 e 29 anni, e di un complice, Salvatore Domenico Barbieri, accusati di associazione per delinquere finalizzata all’estorsione, danneggiamento, violenza privata e lesioni. I fratelli, residenti in Brianza (Lissone e Brugherio) ma originari di Gioia Tauro (RC), operavano a Pessano con Bornago dove praticavano estorsioni a danno di alcuni commercianti avvalendosi del credito criminale del padre Salvatore Giacobbe, condannato a 20 anni di reclusione per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso e uscito dal carcere di San Vittore lo scorso gennaio.
Sfruttando la “fama” della famiglia, nota nella zona per i suoi legami con la ‘ndrangheta e in particolare col potente clan dei Piromalli, il gruppo criminale riusciva ad esercitare una notevole pressione psicologica sui commercianti ai quali, con minacce e attraverso l’uso della violenza, estorcevano denaro, beni e prestazioni professionali. I tre ottenevano in questo modo denaro, cambio di assegni di dubbia provenienza, riparazioni gratuite alle proprie automobili, utilizzo di case e auto delle vittime, cellulari e persino il pane dal panettiere.
L’indagine ha avuto inizio nel settembre del 2011 quando un impiegato di Pessano con Bornago ha rotto il silenzio denunciando ai Carabinieri di Gorgonzola le vessazioni subite da Vincenzo Giacobbe il quale, dopo essersi proposto come amico, ha progressivamente trasformato il legame con la vittima in un vero e proprio rapporto di soggiogamento attraverso un’ incalzante escalation di richieste sempre più pesanti e insostenibili.
Grazie alla denuncia di quest’uomo è stato possibile, per gli investigatori, accertare altri quattro casi. Sono tuttavia forti i sospetti che inducono a ritenere il numero nettamente superiore soprattutto in considerazione della difficoltà, riscontrata dai Carabinieri, che le vittime incontrano nel rompere il muro dell’omertà.