paviaIl gioco d’azzardo è un problema sociale che viene spesso dimenticato, o meglio, sottovalutato. Pavia, però, non vuole chiudere gli occhi davanti a questa emergenza che vede il capoluogo lombardo uno dei più colpiti. La serata conclusiva della IX edizione della rassegna “Mafie: legalità ed istituzioni”, infatti, è dedicata proprio alla problematica delle slot machine. L’incontro di venerdì 29 novembre, intitolato “Il gioco è una cosa seria: intrecci di affari, infiltrazioni mafiose e situazioni patologiche nel mondo dell’azzardo”, ha visto come protagonisti Giovanni Tizian, giornalista dell‘Espresso e i ragazzi del Collettivo senza Slot di Pavia moderati da Luca Casarotti, membro dell’Osservatorio Antimafie di Pavia. E’ proprio il moderatore ad aprire il dibattito; Casarotti ha prima presentato due libri, “La nostra guerra non è mai finita” di Giovanni Tizian e “Vivere senza slot” del collettivo pavese e ha poi evidenziato un allarmante dato che colpisce Pavia, città con il rapporto cittadini/slot machine più alto in Italia (ben una slot ogni 110 abitanti).

 La parola è poi passata a Tizian il quale ha cominciato il suo intervento denunciando la forte ipocrisia, tipica del nostro Paese, anche nel caso del gioco d’azzardo. “In Italia è tipica l’usanza di negare ciò che abbiamo davanti. E’ stato così con l’insediamento della ‘ndrangheta nei territori del Nord ed è così ora con l’emergenza delle slot machine”. Il giornalista, che dal 2011 è costretto a vivere sotto scorta a causa delle minacce ricevute per le sue inchieste contro la ‘ndrangheta,  ha spiegato come le mafie si inseriscano dove c’è bisogno, specialmente in periodi di crisi come questo. Il gioco d’azzardo, che colpisce le fasce più deboli della società, le quali vedono nelle ‘macchinette’ una possibile realizzazione del sogno della grande vincita di denaro, è un terreno molto fertile nel quale i clan hanno potuto insediarsi. Tizian ha voluto poi sottolineare la debolezza dello Stato in questi interventi; la politica deve infatti arrivare prima della magistratura, poichè quando interviene quest’ultima, è troppo tardi, il reato è già stato commesso. “Non è la magistratura ad essere un potere forte, è lo Stato che è assente”, ha così concluso il giornalista.

 Successivamente il microfono è passato tra le mani dei ragazzi del Collettivo senza Slot di Pavia, i quali hanno spiegato la nascita e gli intenti della loro organizzazione. Il motivo principale che ha fatto scattare in loro il desiderio di mobilitarsi è stata l’ultima battaglia combattuta da Don Gallo contro la nascita del Casinò di Genova Pegli. Il Collettivo pavese ha così mosso i primi passi cercando di interagire il più possibile con gli utenti. Sul loro sito internet, infatti, sono presenti nomi e indirizzi dei bar di tutto il territorio nazionale che non contengono al loro interno alcuna slot machine. “Per continuare a dimostrare che il caffè nei bar senza slot è più buono – hanno affermato i ragazzi – è necessario continuare questo stretto rapporto con gli utenti, perchè il loro fondamentale apporto ci auguriamo sia ancora maggiore in futuro”. Si è poi parlato del problema di Pavia e dei suoi locali sempre più muniti di slot machine; il problema è riscontrabile soprattutto nei bar, dove l’afflusso di persone è maggiore.

La serata si è poi conclusa con un appello di Giovanni Tizian, il quale, portando l’esempio dell’iniziativa siciliana “Addio Pizzo”,  ha invitato tutti i presenti a riappropiarsi della normalità che, tramite iniziative che partono dal basso, sta alla base delle vere rivoluzioni.

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