Di Francesca Gatti
A distanza di parecchie stagioni – per la gioia e la fiducia di alcuni, e nonostante il timore e lo scetticismo di altri – quel punto si è evoluto, andando a precedere un numero. Quel Numero cresce, e più questo avviene, più ci convinciamo che la cultura qualcosa smuove.
Non è cosa facile garantire, in questo contesto storico in particolare, una prosecuzione alle iniziative culturali ideate e promosse nel nostro Paese. Per questo stupisce che un evento quale Trame, Festival dei libri sulle mafie, sia giunto alla sua quarta edizione. Trame.4 rappresenta oggi, dopo quattro anni dal suo concepimento, un punto fermo nel panorama dei Festival sparsi per l’Italia. Le tematiche affrontate, attraverso le pagine dei libri pubblicati nell’anno corrente, sfiorano gli interessi illeciti, la collusione del Nord Italia, le donne che hanno iniziato ad alzare la testa, le morti per mano mafiosa, la trattativa con lo Stato, la battaglia dell’antimafia, i personaggi esemplari di ieri e di oggi, che contro questi meccanismi si sono sempre scontrati, in nome di un valore e di un impegno, quello “Antimafia” appunto, ultimamente più che mai oggetto di strumentalizzazione.
Non basta, però, parlare di mafie. Lo scopo che Trame si prefigge è quello di parlarne dove le mafie mordono di più nella quotidianità, dove la loro presenza è maggiormente percepita: non in un posto qualunque, quindi, ma a Lamezia Terme, in Calabria, terra di ‘Ndrangheta e culla di diverse cosche criminali. Per questo motivo, da mercoledì 18 a domenica 22 giugno “la città si animerà ancora una volta di dibattiti, incontri, spettacoli e laboratori, mettendo a confronto i principali protagonisti della lotta alle mafie con coloro che le studiano e le raccontano, e tutti loro con i nostri cittadini e con i tanti che verranno per seguire il festival animati da passione civile o anche solo da semplice curiosità”, spiegava in un comunicato stampa lo scorso anno il primo cittadino di Lamezia, Gianni Speranza. Come ogni estate, la città aprirà i battenti ai protagonisti, alle storie, a chi le racconta, ai disegni, alle fotografie, ai simboli, ai video, ai film, ai laboratori, alle musiche e, soprattutto, ai libri.
Tantissimi sono gli ospiti di questa edizione: dai giornalisti Claudio Fava, Marco Travaglio, Manuela Iatì, Raffaella Calandra, Sergio Rizzo, ai magistrati Vincenzo Macrì, Alessandra Cerreti, Nicola Gratteri, Michele Prestipino, agli storici Enzo Ciconte e Salvatore Lupo, ai sociologi come Nando dalla Chiesa. Le testimonianze di scrittori, di giornalisti, di registi, di magistrati, di docenti e di studiosi si alterneranno in questi quattro pomeriggi tra le piazze di Lamezia Terme; mentre workshop saranno dedicati al cinema e al racconto cinematografico di mafia e di antimafia, al giornalismo al tempo del web, ed alla street art, “l’arte urbana contro le mafie”. Inoltre, il Festival Trame bandisce un concorso rivolto ai fotografi ed ispirato al tema di questa edizione “Le mani sulla città”, dall’omonimo film di Francesco Rosi (per saperne di più: www.tramefestival.it).
In attesa che “questa terra diventi bellissima”, per citare le parole di Paolo Borsellino, ci auguriamo che queste iniziative continuino a vivere e a prosperare, ma che la gente sappia da sé, per citare le parole di Peppino Impastato, che “la mafia è una montagna di merda”.