di Giorgia Venturini e Samuele Ghiozzi

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La mattina che segue un’Operazione Antimafia è sempre una sorpresa. Un risveglio insolito. Un boato inaspettato. In poche ore scopri che il politico più in vista del paese viene accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. L’amico, quel imprenditore che tanto stimavi, fa affari con la ‘Ndrangheta. Mentre il bar, dove eri solito incontrare amici e compaesani, accoglie summit dei più influenti boss della zona. Quella mattina ti svegli ed è uno stupore nuovo. Lo stupore di chi scopre per la prima volta che la mafia bussa anche a casa tua. Che, i vecchi luoghi comuni che hanno accompagnato generazioni passate, quelli che da sempre tracciano una linea invalicabile tra nord e sud, tra imprenditoria mafiosa e imprenditoria lombarda, oggi non hanno più fondamenta. E non basta che tu abbia letto libri o partecipato a convegni. Perché, diciamolo, nessuno è realmente preparato a scoprire che i luoghi della propria infanzia sono covi prediletti del crimine organizzato. Perlomeno, non in Brianza. Qua, vince ancora l’indifferenza. Ciò che è veramente insolito, però, è che di risvegli inaspettati ce ne sono stati parecchi. Di boati i cittadini brianzoli ne hanno sentiti molti. Ma ogni volta è uno stupore nuovo, come se finita l’influenza mediatica dell’Operazione precedente, tutto si azzeri. Il cittadino dimentica e aspetta che un’altra Operazione venga a risvegliare l’interesse.

Tuttavia, c’è sempre qualcuno che reagisce diversamente. Non aspetta, si convince di averlo già fatto per molto tempo. Decide di osservare, di capire e di denunciare, a gran voce, che qualcosa sta cambiando. Anche in Brianza. Prende coscienza. Noi, queste persone, abbiamo deciso di incontrarle. Politici, magistrati, giornalisti e cittadini che hanno vissuto e hanno fatto sì, seppur in tempi e in Comuni diversi della Brianza, che quella mattinata fosse possibile. E, a modo loro, hanno cercato e trovato soluzioni a un problema che ora è impossibile negare. Risultato? È una storia. La storia di un territorio fertile alla collusione mafiosa e alla corruzione. La storia di chi si è lasciato travolgere dai grandi affari della ‘Ndrangheta e di chi ha detto no. La storia della grandi Operazioni Antimafia. I suoi protagonisti e i suoi  luoghi. La loro storia, quella delle Locali e delle ‘ndrine della zona, e la nostra storia, quella del cittadino brianzolo. A volte storie che si intrecciano, a volte no.

Viaggio nella Brianza della ‘Ndrangheta nasce da una di queste mattinate. Quella che ha coinvolti i nostri di Comuni. Noi, che seppur formati a dovere tra i banchi dell’università, non neghiamo di aver fatto parte di quella percentuale di cittadini che considera casa propria immune dalla mafia. Ma non ci sono territori immuni dalla mafia in Brianza, ora lo abbiamo capito. L’idea è, quindi, quella di ripercorrere, attraverso un viaggio, quei luoghi coinvolti nell’Operazione Infinito del 2010 per capire, a distanza di anni, ciò che è cambiato. La voglia di sapere ci ha spinto a visitare beni confiscati, intervistare persone e fare ricerca per comporre tutti i pezzi di un puzzle degli anni in cui volevamo solo vedere, ma non osservare. E se si deve parlare di stupore, allora quello che ci ha regalato questo viaggio è, senza dubbio, la facilità con le quali le persone ci hanno accolto. Aperto le porte di casa, degli uffici e hanno iniziato a raccontare. La loro storia. La nostra storia.

Marzo 2015

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