di Nando dalla Chiesa

Ricordate il Nanni Moretti di “Palombella rossa”? Quello che quasi gli si straziava il cuore quando sentiva qualcuno usare parole a sproposito? “Chi parla male pensa male”. Ecco, mi è venuto in mente lui quando ho sentito la registrazione di un recente incontro di “formazione” antimafia. Ecco uno dei passaggi che mi hanno colpito. “Si parla sempre di come nasce la mafia, di come si sviluppa e mai di come finisce… ma potrebbe anche finire… c’è un tema di cui ci si occupa poco, nei vari ambiti del sapere, si racconta di come si diventa mafiosi, dando per scontato che sia impossibile…questo è un grande mantra dell’antimafia…il fatto che se diventi mafioso non puoi più smettere di esserlo…”. 

Sappiamo bene che quando si parla a braccio la frase può anche andare in confusione. L’importante però è che non sia confuso il pensiero. Che cosa vuole dire che c’è un mantra (“nooo, mantra nooo!” avrebbe detto Moretti) dell’antimafia secondo cui se sei mafioso non puoi smettere di esserlo? In realtà sappiamo da sempre che centinaia di mafiosi hanno smesso. E non solo per ridurre la pena: Tommaso Buscetta, Saverio Morabito, perfino Gaspare Spatuzza. L’ elenco è lungo. Ci sono stati mafiosi che hanno parlato dei giudici antimafia con rispetto e affetto. Lo hanno fatto però sempre dopo avere incontrato la punizione dello Stato. Dopo il carcere, mai prima (fa forse eccezione Leonardo Vitale). Ben duecento boss di Cosa Nostra in un paio d’anni dopo l’introduzione del 41 bis. Decidendo di collaborare.Altri, rarissimamente, e più sul versante femminile, senza collaborare. Magari distanziandosidall’organizzazione grazie al teatro (sempre in carcere, però). Chi non ha avuto bisogno del carcere sono stati alcuni testimoni di giustizia appartenenti a famiglie mafiose. Ma loro non erano mafiosi.


Domanda: ma di che stiamo parlando? Qual è il mantra? Esiste qualche caso concreto di un mafioso che si sia allontanato dalla sua organizzazione mentre esercitava tranquillamente il proprio diritto di vita e di morte sugli altri esseri umani? Qualcuno che mentre faceva i suoi summit sia stato redento, magari per televisione, da una brava maestra elementare? E qui stiamo parlando di singole biografie. Ma nella nostra frase il “mantra”, sempre lui, impedisce perfino di parlare “di come finisce” la mafia, “…ma potrebbe anche finire”. Ma certo, a questo dovremmo dedicarci per non essere ripetitivi. Come se si fosse chiesto ai partigiani, per comprovare le loro qualità intellettuali, di mettersi a discutere di come poteva finire il fascismo. Per fortuna pensarono a combatterlo. Poi, è ovvio, c’è la prevenzione, l’educazione, il reinserimento dei minori ecc. Ma questo l’antimafia lo fa dagli anni ottanta. Dall’educazione alla legalità nelle scuole al grande “Mery per sempre” di Aurelio Grimaldi al Malaspina di Palermo. Insomma, per restare alla metafora cinematografica sembra di rivedere Alberto Sordi in “Nell’anno del Signore”: “E’ arrivato pensaci”. Ci mancava il mantra.

Related Post