Busto Arsizio, ridente città di 80.000 anime in provincia di Varese, è teatro di una delle più significative esperienze di contrasto alla criminalità organizzata degli ultimi anni. L’attivismo antimafioso di alcune associazioni bustesi e una petizione popolare promossa dalle forze di centrosinistra ha portato un’ amministrazione di centrodestra, prima con iniziativa del Sindaco Gian Luigi Farioli, alla creazione di un “Comitato per la tutela della legalità e la lotta a tutte le mafie” e poi con l’azione del Consiglio Comunale a dar vita all’ “Organismo permanente per il monitoraggio della criminalità organizzata”. Un bel segnale, tutti uniti contro le mafie, senza distinzione di destra o sinistra.
L’Organismo viene nominato il 23 Luglio, appena prima della pausa estiva delle attività comunali; i suoi 8 membri, per la quasi totalità esponenti della società civile bustocca che operano a titolo volontario, si autoconvocano a metà settembre pieni di spirito di iniziativa.
L’Organismo programma alcuni progetti a lungo termine come la mappatura degli incendi, la catalogazione dei processi di mafia che hanno impattato il Comune, un primo controllo sugli appalti. Schedula audizioni informative perché la prima cosa che deve fare un organismo di contrasto alla criminalità organizzata è quello di aprire le orecchie alla città e alle sue rappresentanze. Così vengono ascoltati i commercianti, i sindacati, un tecnico amministrativo. Viene organizzato un incontro pubblico con il Prof. Nando dalla Chiesa e David Gentili, rispettivamente Presidente del Comitato e della Commissione consiliare antimafia a Milano; città che ha già fatto fruttare l’esperienza della doppia commissione (una di nomina del Sindaco per consulenza sugli atti di giunta e l’altra di nomina del Consiglio come organismo aperto alle istanze cittadine), e Antonio Girelli che presiede la Commissione antimafia lombarda.
Insomma, il “Organismo permanente per il monitoraggio della criminalità organizzata” di Busto Arsizio lavora anche se sono piovute diverse critiche dal consigliere leghista Adriano Unfer su vari aspetti di questa interessante esperienza. Il consigliere reputa inadatto il Presidente Davide Borsani, giovane 19enne eletto dai membri del comitato, che da quando aveva 14 anni ha militato in “Ammazzateci Tutti”, associazione ben radicata nel territorio bustese.
Domani, l’Organismo è chiamato per la prima relazione semestrale. Sei mesi corti visto che di fatto sono quattro dato che la prima convocazione dell’Organismo è stata fatta a metà settembre. Come succede spesso le iniziative nuove hanno bisogno di tempo per dare risultati importanti. I progetti a lungo respiro ovviamente non si potevano chiudere in così poco tempo. Inoltre la Commissione sicurezza darà spazio all’interrogazione del consigliere Unfer sulle problematiche e l’utilità di questo Organismo. Speriamo che l’amministrazione di Busto Arsizio abbia l’intelligenza di preservare questa esperienza partita dal basso, condivisa da tutti con solo qualche rara voce fuori dal coro. Sarebbe un bell’esempio di apertura dei palazzi delle istituzioni alle istanze della cittadinanza e delle associazioni, in un periodo dove in Italia, la politica, dà l’impressione opposta, di un accentramento e di un’arroganza insopportabile.