di Nando dalla Chiesa
Il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso dice che non sarà contento fino a quando non saranno stati arrestati gli ingegneri che hanno costruito il bunker di Michele Zagaria. Be’, ha ragione da vendere. Anche perché, nel caso, sembra esserci di mezzo un’impresa intera, mica solo degli ingegneri. Un’impresa con muratori, tecnici, elettricisti, geometri, uomini di fatica. Ma certo per gli ingegneri c’ è concorso esterno senza scampo; e forse per qualcuno potrebbe starci pienamente l’incriminazione per associazione per delinquere di stampo mafioso. Sapevano e si sono prestati e hanno taciuto. Chissà per quanto tempo. Grazie agli ingegneri Zagaria poteva pure controllare la zona intorno al suo bunker. Di più: aveva dieci monitor piazzati su tutto il paese di Casapesenna, come neanche i carabinieri. Pare che beneficiasse della stessa rete di controllo del Comune. Però l’hanno preso. Perché qualcuno ha parlato (succede…). E perché il boss si faceva mettere in frigo una speciale marca di champagne. Il che ci rivela come non siano per nulla imbattibili. Soprattutto, però, quel che colpisce è che Zagaria sia impazzito dalla paura quando gli hanno tolto l’elettricità. Avevo pensato, leggendolo, che fosse per il timore di rimanere sepolto sotto terra, senza più aria e ascensore. Invece, mi hanno spiegato, la polizia sapeva che ha una paura folle del buio. Hai capito il feroce camorrista? Ha paura del buio. E noi qui a tremare per loro…