Ve l’avevamo annunciata la grande manifestazione di ieri. E grande lo è stata davvero. Cinquecento, seicento persone gremivano la piazza fontana dell’incontro, lungo via Cavour, a pochissimi passi dal comune della città di Corsico, dove fuori campeggiano i volti di Falcone e Borsellino, mentre dentro i consiglieri che fanno antimafia vengono minacciati (anche di morte).
Ieri sera, persone provenienti da tutta la Lombardia per due ore piene hanno ascoltato parole vere, parole di giustizia, di verità, di lotta alla ‘ndrangheta senza concessioni alla paura, all’indifferenza, al conformismo. Il buio (mancava completamente l’illuminazione…) era meno scuro perchè i cuori in quella piazza brillavano. Brillavano davvero. La sensazione ieri era di partecipare a qualcosa dal valore storico: aveva mai visto Corsico una mobilitazione antimafia simile in tutta la sua storia cittadina? E quanto d’ora in poi sarà affermata e organizzata la presenza dei concittadini calabresi che da cinquant’anni vivono a Corsico e con il loro lavoro nella fabbriche l’hanno fatta ricca? Una mobilitazione ancora più importante perchè Libera è riuscita ad annichilire le appartenenze politiche e a riunire tutti intorno al dovere di chiedere verità e giustizia. Quanti cittadini lombardi c’erano, infatti, e quante bandiere (nessuna di partito) e gonfaloni dei comuni e fasce tricolore e sigle sindacali e amministratori, arrivati a Corsico non per prendere parola ma posizione. Ma, alzando gli occhi dalla piazza, le tapparelle abbassate degli alti palazzi circostanti evocavano i luoghi e i tempi di una Sicilia impaurita che, mentre infuriava la violenza di Cosa nostra, non voleva vedere.
Lucilla Andreucci, coordinatrice di Libera Milano, introduce e modera gli interventi. Un microfono, un piccolo faro puntato in viso, niente palchetto; gli astanti abbracciano letteralmente i relatori. La prima a intervenire è Maria Carla Rossi, cittadina di Corsico molto impegnata, attiva nel sindacato: “Noi oggi qui lottiamo la ‘ndrangheta, che è cosa ben diversa dal dire che Corsico odia i calabresi. I calabresi sono nostri concittadini; è alla ‘ndrangheta che dobbiamo dire no”. E ricorda, in opposizione, la vicenda della mensa scolastica e il divieto del sindaco di celebrare il 25 aprile cantando “Bella ciao” perchè “composizione faziosa”. Poi è la volta di Maria Ferrucci, ex sindaca, ora consigliera di opposizione: “Grazie per non aver creduto che è chi decide di non girar la testa dall’altra parte a gettare la città nel fango. Siamo qui per amore della nostra città, per difenderla: sono a rischio infiltrazioni anche le associazioni sportive! Il controllo del territorio non è fatto solo da intimidazioni: la città nera che si muove secondo un altro codice lo fa seguendo i movimenti dei cittadini e le fiere e le sagre possono essere un modo per affermare la propria potenza. Io invoco l’istituzione di una commissione speciale antimafia di durata triennale, dobbiamo studiare le carte, appuntare i nomi, per comprendere, per conoscere cosa si muove nella nostra città. Se domani saremo semplici cittadini e non più consiglieri ci troverete sempre dalla stessa parte: sempre a non farci i fatti nostri. Perchè in tutta questa storia c’è il respiro dei nostri giovani: per loro vale la pena subire queste minacce. Siamo qui per amore dei nostri giovani”.
Luigi Ciotti non ringrazia la piazza. Come riferito da Ester Castano per LaPresse, “capisco la gratitudine, ma siamo qui perchè esserci è semplicemente il nostro dovere. Perchè l’omertà uccide verità e speranza, e noi dobbiamo dire da che parte si sta contro la ‘ndrangheta”. Richiama tutti al senso di responsabilità, al dovere dell’educare, al pretendere giustizia sociale, senza mai abbassare la guardia “perchè è rischioso in territori permeati dalla ‘ndrangheta”. E anche lui torna a sottolineare un tema determinante: “calabresi è il nome di un popolo, non di un clan”. Tema a cui si aggancia immediatamente Nando dalla Chiesa. La sua voce urlata nel microfono dà a tutti la netta sensazione di stare partecipando a un passaggio epocale: “Stasera la ‘ndrangheta è stata nominata molte volte ed è un bene. Sono gli ‘ndranghetisti i veri razzisti. Loro, perchè loro nelle intercettazioni si chiamano i calabresi, non si chiamano mai ‘ndrangheta. Ma la Calabria è un’altra cosa e io stasera voglio lanciare un grande ponte tra Milano e la Calabria. Come mai se la ‘ndrangheta dice di amare la propria patria, investe sempre tutto fuori dalla Calabria? Non è vero che la ‘ndrangheta dà lavoro, la ‘ndrangheta uccide i bisogni popolari! Li uccide perchè ha bisogno di sudditi, di affamati, non di cittadini!”. Nando dalla Chiesa, una vita nel movimento antimafia, non ricorda di aver mai assistito a una vicenda paragonabile alle minacce ricevute dai tre consiglieri di Corsico; ma li rincuora, “non siete soli”, “la piazza di oggi testimonia che silenzio non ci sarà”. E poi a Maria Ferrucci, il professore urla a cuore aperto, come raramente gli abbiamo sentito fare negli ultimi anni: “Maria tu non sei sconfitta. Hanno perso loro che si illudevano della tua sconfitta. Tu rappresenti l’Italia che lotta. L’Italia sta cambiando, Milano è cambiata. Non ci saranno più le Buccinasco, le Corsico, le Cesano Boscone, le Trezzano di una volta nelle mani degli uomini dei bunker! Non ci saranno più perché c’è un popolo che sta crescendo!”. E poi si rivolge agli ‘ndranghetisti che da qualche angolo della città sicuramente ascoltavano: “Voi considerate la legge come carta straccia ma la legge è forza. È la nostra arma che ci differenzia da voi”.
Importante anche l’intervento di David Gentili, presidente della Commissione Consiliare Antimafia con il sindaco Pisapia e portavoce di Avviso Pubblico Lombardia. Il suo è il volto delle amministrazioni schierate, quelle che marciavano a Polistena (Piana di Gioia Tauro) contro la ‘ndrangheta ma anche quelle che in tante sono arrivate ieri nel Sud Ovest milanese: “Avviso Pubblico non ha partecipato alla manifestazione indetta dal sindaco Errante (martedì 25 ottobre, ndr). Noi abbiamo chiesto una chiara, forte, netta, pubblica presa di posizione a favore dei consiglieri, contro i manifestanti in consiglio, per fare chiarezza sulle responsabilità legate a questa vicenda”. Presa di posizione che definire timida è un eccesso; anzi, il sindaco Errante, a latere della manifestazione – riferisce il Giorno – confessa: “Mi aspettavo un coinvolgimento. Volevo fare un intervento, coerentemente all’idea che ho di unione contro ogni criminalità”. Assume quindi più senso il richiamo di Gentili a far ripartire il progetto anti-riciclaggio avviato dalla giunta Ferrucci insieme al funzionario Gian Domenico Casarino: “Era un modello che rappresentavano in tutta Italia. Mi dicono che ora non procede”.
Chiudono don Virginio Colmegna (Casa della Carità) e Luigi Guarisco (neo referente regionale di Libera Lombardia), con un forte appello ad amare la vita (e richiama la scandalosa vicenda di Gorino), a lasciarle spazio a svantaggio della rabbia sterile, a cementare l’impegno quotidiano con il coraggio. A imparare a parlare quando serve parlare. Quando serve dire no.
Per riascoltare integralmente gli interventi vi rimandiamo alla diretta di Rosy Battaglia (Cittadini Reattivi)
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