Hanno raggiunto quota 3600 le organizzazioni criminali attive in Europa.E’ quanto emerso dallo studio condotto da Europol, ormai quasi due anni fa.Un’agenzia molto giovane ma che, nell’allarmante scenario criminale europeo, gioca un ruolo sempre più importante: la cooperazione tra forze di polizia.
Oggi, l’Europa è invasa da organizzazioni criminali, mafiose e non, sempre più flessibili, dinamiche e internazionalizzate, in grado di sfuttare gli elementi della modernità. Globalizzazione, mobilità, legislazioni europee, crisi economica, sistemi finanziari, tessuto sociale e cooperazione criminale: sono tutti elementi che la criminalità organizzata ha saputo adoperare per perseguire i suoi obiettivi in Europa e fuori. Uno scenario ben descritto da uno spaccato della ‘Relazione sulla criminalità organizzata, la corruzione e il riciclaggio di denaro’, pubblicata nel 2013 dal Parlamento Europeo: “[…] numerose organizzazioni criminali presentano una struttura reticolare caratterizzata da alti livelli di flessibilità, mobilità, connettività ed interetnicità nonché da una capacità di infiltrazione e di mimetismo accentuata; […] si registra una crescente propensione alla mutua assistenza tra le varie organizzazioni criminali, che riescono così – anche attraverso le loro nuove strutture internazionali e la diversificazione delle loro attività – a superare le differenze linguistiche, etniche o di interessi commerciali per convergere verso traffici comuni, così diminuendo i costi e massimizzando i profitti in un periodo di crisi economica mondiale”.
Europol ha capito da tempo cosa c’è in Europa, tant’è che dal 2009, anno della sua nascita, riadatta la propria azione di attività di contrasto alla criminalità organizzata.
Gli ambiti su cui Europol agisce sono principalmente due: le forze dell’ordine dei 28 Paesimembri dell’UE, di cui l’agenzia si fa coordinatrice in azioni di polizia comuni, e la dimensione politica dell’UE. Da notare che alle forze di polizia, Europol fornisce strumenti di supporto operativo e finanziario, sistemi protetti per lo scambio di informazioni e supporto strategico.
La dimensione politica viene invece influenzata (o almeno, così dovrebbe sentirsi) attraverso i documenti di valutazione sulle minacce legate alla criminalità organizzata e le più recenti raccomandazioni per attività di contrasto comuni.
Da non sottovalutare però la dimensione sociale. In virtù del suo mandato, Europol non svolge direttamente attività di contrasto alla criminalità organizzata, proiettate direttamente verso la società europea. Vi è però una conseguenza quasi ‘naturale’: le operazioni di polizia svolte efficacemente su larga scala, l’azzeramento di gruppi criminali, i sequestri di droga, merci contraffatte e banconote false, e, in generale, la riduzione dell’invisibilità e dell’impunità di cui la criminalità organizzata gode, fanno capire all’Europa che l’attività di contrasto esiste ed è condivisa. Con i suoi report, le sue relazioni e le sue valutazioni sui rischi che la criminalità organizzta comporta, Europol crea nei cittadini europei una maggior consapevolezza e informazione specifica sul fenomeno.
Un aspetto ben sintetizzato dalla dichiarazione del direttore di Europol, Rob Wainwright, lo scorso settembre, terminata l’operazione Archimedes, la più grande mai coordinata dall’agenzia: “E’ stato un promemoria diretto ai gruppi della criminalità organizzata a cui vogliamo far sapere che la comunità internazionale è determinata a combattere ogni attività illegale sul suo territorio”.