di Flavia Famà – Libera Internazionale

Questa mattina sono rientrata a città del Messico all’alba, ho preso un taxi dall’aeroporto per raggiungere l’hotel e anche stavolta ho scambiato qualche parola con il tassista.
Per rompere il ghiaccio ho iniziato a parlare del turismo in Messico, ignara di quello che mi sarebbe accaduto poco dopo.
Secondo José, questo il suo nome, il numero dei turisti è diminuito per colpa della crisi, così io ho provato a dirgli che secondo me la responsabilità di questa diminuzione potrebbe essere dovuta anche al narcotraffico e alla violenza diffusa e costante e gli ho chiesto che ne pensasse.
Lui mi ha risposto dandomi una sua teoria precisa e lucida sulla guerra al narcotraffico: non si riesce a fermare la violenza perché i cartelli vogliono sempre più potere e non hanno intenzione di stringere ancora accordi con lo Stato perché lo ritengono un soggetto debole ed attaccabile.
Subito dopo mi ha raccontato che nel terminal dove ero appena atterrata qualche mese fa c’è stata una sparatoria in cui sono rimasti vittime due agenti della Polizia Federale: “señorita, in aeroporto ci sono telecamere ovunque, eppure nessuna ha ripreso nulla di quell’omicidio. Alcuni amici che lavorano in aeroporto mi raccontano di quintali di droga che transitano ogni giorno come se nulla fosse. Quelli evidentemente avevano deciso di parlare e li hanno uccisi, perché essere onesti in Messico non paga.”
Sono arrivata in hotel ancora turbata da quell’amara constatazione, ennesima conferma della percezione di insicurezza da parte della gente, consapevole della pericolosità dei cartelli e delle responsabilità della corruzione dello Stato, a differenza di Calderon e dell’ambasciatore messicano in Italia che sminuiscono il problema.
Non appena arrivata mi sono rivolta alla reception per avere la mia valigia che avevo lasciato nel deposito qualche giorno prima e dopo numerose richieste ecco la notizia: la mia valigia non si trova, è sparita.
Solo quando hanno capito che stavo scrivendo la denuncia e che da li a poco sarei andata a presentarla, mi hanno riportato la valigia, ma era stata aperta, rovistata e mi avevano rubato alcuni effetti personali.
In questa terra di forti contrasti dove spesso si parla di abusi e corruzione della polizia, a fronte degli impiegati che sono stati maleducati e complici del colpevole, sono rimasta colpita dalla disponibilità e dall’efficienza di avvocati, magistrati e poliziotti.

Fare di tutta l’erba un fascio è sempre un errore.

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