di Ruggero Barbazza e Micol Paolino
Il 9 maggio, presso la scuola media inferiore Bernardo Luini di Usmate Velate, si è tenuta la seconda serata della rassegna “Semi di legalità” promossa dai comuni di Usmate-Velate e di Carnate, con il patrocinio dell’associazione Libera. In occasione, sono stati inviati il professor Nando Dalla Chiesa, il prefetto di Monza, l’ex parlamentare Daniela Mazzucconi ed un rappresentante dell’associazione Libera. All’evento hanno anche partecipato i ragazzi delle classi terze della scuola, che fanno parte del laboratorio di giornalismo.
Quest’anno,i ragazzi, seguiti e guidati dalla professoressa Myriam Russo, hanno vinto il primo premio del concorso di giornalismo “Campionato di giornalismo” promosso dal giornale “Il Giorno”. L’articolo che hanno presentato al campionato ha un titolo che, già di per sé, riesce a dare un’idea dell’impegno e della profondità dell’argomento trattato. “Tentacoli della piovra sulla Brianza. Giacca e cravatta: il nuovo volto mafioso. Qui gli affari riguardano lo smaltimento di rifiuti ed il gioco d’azzardo.” I ragazzi hanno letto il loro articolo, nel quale hanno sottolineato con forza l’idea che la mafia è anti Stato, è diffusione di violenza e di limitazione alla libertà. Per poter essere liberi è quindi importante saper scegliere. Per saper scegliere è fondamentale studiare e conoscere la realtà che circonda il mondo, in maniera tale da non poter essere manipolabili.
Dopo la lettura, i ragazzi hanno lasciato spazio agli altri ospiti della serata. Il discorso del professor Dalla Chiesa è stato profondo e addirittura commuovente. Se oggi è possibile assistere ed organizzare eventi di questo tipo, dove viene apertamente discusso un problema che affligge il nostro paese da decenni, è stato sia grazie alla magistratura sia grazie alla scuola. La scuola come luogo di diffusione di cultura, la quale permette di essere liberi e pronti a vedere ed interpretare il mondo con una consapevolezza che da forza. Fino a 20 anni fa, la mafia era un fenomeno che conviveva con la società civile in maniera del tutto ordinaria. Avere rapporti con mafiosi era considerata una questione normale, alcune volte addirittura inevitabile. Negli anni ’80, i primi insegnati che hanno iniziato a diffondere la cultura della legalità all’interno delle scuole, erano considerati dei visionari. La cultura non faceva paura, anzi, era addirittura sottovalutata.
Oggi, questi insegnanti che decidono di intraprendere percorsi di insegnamento e rispetto della legalità, sono sempre di più. La cultura è diventata un’arma che può distruggere, che può rendere più forti, consapevoli, liberi ed uniti. La cultura che non rimane solo chiusa nelle scuole e nelle aule, ma che viene diffusa, attraverso eventi di questo genere, che coinvolgono tutta la società civile; che danno modo di confrontarsi e di aprire gli occhi al mondo, senza paure e bisogno di nascondersi. Daniela Mazzucconi, che nel precedente mandato ha fatto parte della commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse, ha sottolineato la grande facilità con cui la mafia riesce ad infiltrarsi in attività economiche profittevoli, attraverso appalti e sub appalti. La Lombardia, essendo la regione più economicamente produttiva, è dunque un terreno fertile per le infiltrazioni mafiose; infiltrazioni che tendono a diffondersi in svariati settori: dalla politica, allo smaltimento dei rifiuti, agli esercizi commerciali.
La consapevolezza della società civile rende la stessa in grado di attuare un controllo sociale, che è la base per riuscire a combattere la mafia sul territorio. La grande peculiarità delle organizzazioni mafiose sta infatti nella sua capacità di controllare il territorio, laddove lo Stato non arriva. Per contrastarla, è dunque fondamentale che la società civile riesca ad operare un altrettanto controllo sul territorio, che sia basato sulla cooperazione, che combatta l’omertà, l’individualismo ed il menefreghismo.
É una lotta che va portata avanti da tutti, che deve coinvolgere le scuole, le famiglie, le istituzioni e la società civile.