Ci sono nomi e amicizie che a livello locale sembrano non avere alcun significato. Finché non scoppia uno scandalo regionale con ripercussioni nazionali e favori, legami, confidenze emergono una dopo l’altra, come nel peggiore degli incubi.
E’ questo il caso dell’Amministrazione Comunale di Alfredo Celeste, il sindaco di Sedriano arrestato un mese fa per corruzione. Al piccolo paese di provincia a dieci chilometri da Milano non basta sapere di avere tra i banchi comunali moglie e figlia di due uomini legati alla ‘ndrangheta; non bastano i nomi di Zambetti e Colucci a far gridare allo scandalo della malapolitica locale legata ai piani alti del Palazzo. C’è un altro soggetto, altrettanto interessante: Angelo Giammario. Ex sottosegretario al Pirellone, vicepresidente della commissione Ambiente e componente della commissione Sanità, la Procura di Milano gli ha contestato tangenti da migliaia di euro per appalti del verde pubblico. Ma non solo: il suo nome spunta fra le carte del maxi processo Infinito che ha portato alla sbarra 300 imputati fra Milano e Reggio Calabria, tutti coinvolti in una serie di scambi economici e affiliazioni fra la classe dirigente lombarda e i massimi esponenti della ‘ndrangheta.
Sedriano, Regionali 2010: per sei sabati di fila il mercato comunale riceve ospiti illustri ai banchetti organizzati dai partiti sedrianesi. Ciascuno ha il proprio candidato da mandare in Regione, ciascuno ha firme da raccogliere. E mentre ad appoggiare la candidatura di Alessandro Colucci c’è Alfredo Celeste e la consigliera di maggioranza Silvia Stella Fagnani, moglie di Silvio Marco Scalambra ritenuto collettore di voti per la ‘ndrangheta, per Angelo Giammario ci pensa Vittorio Imbrogno. Un’amicizia che non nasce dal nulla, quella fra l’ex sottosegretario di Formigoni e il consigliere Pdl del Comune di Sedriano che lavora per il Parco del Ticino: pare infatti che i due si conoscano già dalle Amministrative 2009 e che la vicinanza di Giammario a Imbrogno abbia influito sul suo insediamento nel palazzo comunale. Appena c’è un problema o si sente in difficoltà, Imbrogno chiama Giammario: a chiunque si chieda del rapporto fra il gatto e la volpe, questa è la risposta. Un forte legame di collaborazione, tanto che altri esponenti politici sedrianesi ammettono di aver visto i due più e più volte al telefono a scambiarsi consigli e aiuti pratici da mettere in campo, anche nel corso della competizione elettorale. Amministrativa a Sedriano nella primavera 2009, e qualche mese dopo regionale per il Pirellone. Il Pdl doveva vincere e governare in tutta Lombardia, cercando di non perdere nemmeno uno di quei piccoli paesi dell’hinterland. Perchè la provincia fa comodo, e quindi anche Sedriano fa comodo. Tanto che Vittorio Imbrogno si fida ciecamente del suo Giammario, non curandosi che quel Giammario è lo stesso che andava a cena con Cosimo Barranca, capo ‘ndranghetista della locale di Milano; lo stesso Giammario a cui Pino Neri, presunto capoccia referente della ‘ndrangheta lombarda, promise di convogliare un certo numero di voti in occasione delle elezioni regionali lombarde attraverso la mediazione di Carlo Antonio Chiriaco, l’ex direttore della Asl di Pavia anch’egli oggi sotto processo al bunker del San Vittore. Uno scenario inquietante, agghiacciante. Ma dei più razionali: soldi, malapolitica e criminalità organizzata. Di questo è fatta la regione, dal centro alla periferia.