Si pubblica in allegato la dichiarazione fattaci pervenire dal settore “Affari legali” della Società di progetto Brebemi spa in relazione all’articolo Tra Bergamo e Brescia, l’altra “Terra dei Fuochi”, pubblicato su StampoAntimafioso il 9 novembre 2015.
Egregio Direttore,
con riferimento all’articolo «Tra Bergamo e Brescia, l’altra “Terra dei Fuochi”», apparso sul Vostro sito internet e sulla piattaforma “Etalia.net” in data 9 novembre 2015, sono a richiederLe cortesemente di voler provvedere alla pubblicazione della seguente dichiarazione.
Il Vostro articolo menziona la Società di Progetto Brebemi S.p.A. nell’ambito di vicende giudiziarie relative ad una discarica di amianto in provincia di Cremona e alla variante alla tangenziale di Orzivecchi, ancorché sia noto che tali vicende non riguardino in alcun modo la stessa Società.
Non si comprende dunque l’affermazione “dieci arresti azzoppano la Brebemi”, di tutta evidenza non veritiera, fuorviante e gravemente lesiva dell’immagine della stessa Società.
Non ci risulta inoltre che l’ex vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia, Franco Nicoli Cristiani, sia “finito in manette” per un presunto “affaire Brebemi”. Il procedimento penale che lo ha visto coinvolto riguarda infatti una presunta tangente pagata dall’imprenditore Pierluca Locatelli per la costruzione della discarica di amianto di Cappella Cantone (Cremona), vicende come detto del tutto estranee alla Brebemi.
Al fine poi di accreditare le tesi sostenute nell’articolo, vengono addiritura citate le affermazione rese un anno fa dal sostituto procuratore antimafia Dott. Roberto Pennisi – sentito dalla commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse – secondo cui “l’unico scopo al quale fino a questo momento è servita la Brebemi è stato per interrare rifiuti”.
In ossequio alla verità e fermo restando che la dichiarazione è stata estrapolata da un contesto più ampio che fa riferimento a un sistema criminale che interessa l’intero territorio nazionale, sarebbe quantomeno opportuno rammentare che la Società di Progetto Brebemi S.p.A. ha subito le dannose conseguenze del presunto traffico illecito di rifiuti contestato al Sig. Pierluca Locatelli, amministratore di fatto della Ditta Locatelli Geom. Gabriele S.p.A., nell’ambito di un procedimento penale recante un capo di imputazione che, giova precisarlo, non ha nulla a che vedere con il reato di “associazione mafiosa”.
Sin dalle prime fasi del provvedimento penale avviato nel 2011 nei confronti della ditta Locatelli – una delle oltre ottocento imprese coinvolte nella realizzazione dell’Opera e implicata nel predetto procedimento per una fornitura di materiale “non idoneo” e comunque riguardante appena lo 0,3% dei materiali complessivamente utilizzati per la realizzazione del rilevato autostradale – Brebemi S.p.A. è stata indicata come “persona offesa dal reato” e, pertanto, è del tutto estranea ai reati ipotizzati e anzi dagli stessi gravemente danneggiata.
Brebemi S.p.A. si è inoltre costituita parte civile nel procedimento penale tuttora pendente, al fine di vedere soddisfatte le proprie pretese risarcitorie e, sin dalle prime fasi di realizzazione dell’autostrada risalenti al 2009, si è attivamente impegnata nelle attività di contrasto alle infiltrazione della criminalità organizzata.
Conformemente alla delibera CIPE n.42/2009 con cui è stato approvato il Progetto Definitivo dell’Opera, Brebemi ha infatti sottoscritto – congiuntamente al proprio Contraente Generale, alla Concedente CAL S.p.A. e alle Prefetture di Bergamo, Brescia, Cremona e Lodi – apposito Protocollo di legalità che, fermi restando gli adempimenti previsti dalla normativa vigente, ha introdotto ulteriori misure intese a rendere più stringenti le verifiche antimafia. Ogni impresa che a qualunque titolo abbia partecipato ai lavori di realizzazione del collegamento autostradale, è stata dunque oggetto di puntuali verifiche e controlli, anche attraverso l’acquisizione delle necessarie informazioni antimafia poi raccolte in apposita banca dati. Tali attività sono state rese possibili dallo stretto coordinamento con le forze dell’ordine che hanno sempre assicurato con la massima diligenza, tempestività e professionalità, ogni più ampio e necessario intervento.
Auspichiamo pertanto per il futuro che le informazioni e dichiarazioni rese relativamente alla concessione Brebemi, siano diffuse nel rispetto della verità sostanziale dei fatti, nonché dei doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede.
Distinti saluti.
Avv. Antonio Comes