Le manette sono scattate ai loro polsi la mattina del 14 giugno, Martedì; e hanno riaperto la questione, mai del tutto chiarita, della prostituzione cinese sul Lago Maggiore.
Dopo le Operazioni “Tantra Connection” del 2007, “Tantra bis” del 2009 e “Manciuria” nei primi mesi del 2011, tutte coordinate dalla Squadra Mobile della Questura di Verbania, che avevano portato alla luce un’enorme giro di prostituzione cinese nella cittadina lacustre (scoprendo in tutto il territorio provinciale una rete di circa 15 case d’appuntamento, ben occultate nei centri storici delle località rivierasche, capaci di fruttare visto l’ampio numero di clienti italiani un netto di un milione e mezzo di euro mensili) una nuova inchiesta (stavolta condotta dai Carabinieri della stazione di Genova Rivarolo) ha investito il nord Italia assediato dal maltempo d’inizio estate con una ventata calda di arresti.
I provvedimenti di custodia cautelare scaturiti in seguito all’indagine riguardano tre cittadini della Repubblica Popolare Cinese tratti in arresto a Milano, nel quartiere Quarto Oggiaro, dove vivevano; Liu Weng (38 anni), considerato il Boss dell’organizzazione criminale che gestiva il traffico di giovani clandestine dalla Cina, Yang Mei (37 anni) e Zhang Ling (47) considerate le “centraliniste” del gruppo, che avevano il compito di rispondere alle richieste dei clienti (rigorosamente italiani) che entravano in contatto con loro tramite un numero di telefono inserito nelle inserzioni di numerosi giornali locali delle città dove l’organizzazione aveva istituito i propri bordelli nascosti.
Le giovani prostitute, vittime di una tratta di esseri umani che partendo dalla Repubblica Popolare Cinese riforniva di “merce” tutte le case chiuse dell’organizzazione, venivano adescate prevalentemente nella regione della Manciuria, dalla quale secondo i dati della Questura di Verbania proviene circa l’80% delle prostitute cinesi presenti sul territorio nazionale; qui incontravano gli emissari dell’organizzazione, contrattavano un passaggio per l’Italia alla ricerca di una vita migliore e appena arrivate nel nostro Paese venivano sequestrate dai loro “benefattori” che le costringevano a ripagare il viaggio offertogli vendendo il proprio corpo nei bordelli gestiti dall’associazione criminale.
Gli inquirenti, che hanno portato alla luce una rete di case d’appuntamento situate in numerose città del nord Italia (Verbania, Ivrea, Como, Varese, Padova e Lodi) più alcune al Centro (Firenze, Perugia e Reggio Emilia in particolare) stanno ora cercando di appurare gli eventuali legami esistenti fra l’organizzazione criminale con sede a Milano e le Triadi cinesi (legami già emersi nel 2009 nel corso dell’operazione “Tantra Bis”) e soprattutto con la criminalità organizzata italiana, ‘ndrangheta in particolare, che nella periferia di Milano è fortemente radicata come dimostrato dalla recente operazione “Crimine-Infinito” della quale in questi giorni si celebra il processo.