Intervista a Davide Salluzzo, referente regionale di Libera Lombardia, in occasione della festa dell’associazione a Lecco.
Qui, il racconto della giornata.
di Monica De Astis
Perché è importante la presenza di Libera sul territorio lombardo?
Bisogna prima di tutto tener presente che Libera è un network di associazioni e volontà singole e, pertanto, combatte la propria battaglia cercando di includere e non escludere ognuna delle risorse disponibili sul territorio in cui è presente. Nel caso della Lombardia, purtroppo, oggi Libera opera in un territorio e in un contesto in cui molta gente non è libera.
Per esempio? Quali sono le persone ‘non libere’ oggi?
Si tratta di diverse categorie… Basti pensare a chi non ha lavoro o a chi non ha reddito, a chi non ha o pensa di non avere prospettive per il futuro, a chi non riesce a vedere via d’uscita dalla crisi, o ancora, chi vive sotto minaccia e ricatto.
Il Nord spesso resta indifferente al problema della criminalità organizzata, forse percependolo lontano ed estraneo alla propria realtà, o semplicemente per le scarse conoscenze che ha. A che punto siamo con la sensibilizzazione della società in Lombardia?
Stiamo riprogettando il nostro agire per capire se si tratta d’indifferenza, ignoranza, omertà, convivenza o connivenza… Certo è che c’è una forte carenza dello Stato nel creare formazione e informazione. Per non parlare del fatto che, negli ultimi anni, abbiamo avuto governi, amministrazioni e prefetture che, addirittura, negavano l’esistenza della criminalità organizzata qui al Nord. Agire solo sul piano dell’educazione civica, tuttavia, non basta. Il fenomeno della corruzione in Lombardia con gare d’appalto truccate ad esempio o con l’eliminazione della concorrenza leale indica chiaramente che nel territorio la criminalità organizzata è presente e agisce. E’ comunque un fattore positivo vedere come ogni volta che Libera organizza degli eventi di raduno e sensibilizzazione siano molti i giovani a partecipare.
Questa regione è ad oggi la prima al Nord per numero di beni confiscati. Quali modalità e strategie cercherà di utilizzare Libera per rivalorizzarli?
Affermare che la criminalità organizzata al Nord non esiste, ovviamente, ha delle conseguenze. Una di queste è la presenza di serie lacune legislative e amministrative in ambito di beni confiscati e loro riutilizzo. Il Nord è di fatto più arretrato del Sud, in quanto a nuove idee di innovazione, sviluppo e rivalorizzazione; in particolare, i beni sono stati sempre considerati come un problema e non come risorse. Quello che Libera si propone, quindi, è di fare in modo che i beni confiscati alla mafia siano prima di tutto una testimonianza dell’antimafia, ma anche un luogo di crescita e lavoro, dove a regnare sia la legalità.
A proposito di rivalorizzazione dei beni confiscati, con la festa di oggi, proprio qui alla Wall Street, l’ex pizzeria confiscata alla criminalità organizzata già da diversi anni, quale messaggio lancia Libera al territorio e alla società?
Fino a oggi, la Wall Street è stata utilizzata per finalità non adeguate al luogo in cui si trova, senza essere invece rivalorizzata. Tuttavia, essere qui per questo raduno regionale è già di per sé un segnale forte, che permette a tutti noi di esprimere un messaggio chiaro e condiviso: siamo qui perché vogliamo una Wall Street libera, una pizzeria legale che diventi un luogo di frequentazione e che, soprattutto, produca lavoro e reddito. E questa ‘nuova’ Wall Street la vogliamo in una regione dove moltissimi beni sono in mano a famiglie mafiose.
E il messaggio alla mafia invece?
Alla mafia, oggi diciamo che qui esiste una società civile che dice no alla corruzione, no ai favoritismi, ai ricatti e alla violenza. Noi cittadini vogliamo quello che è sancito dalla nostra Costituzione, ma non perché è il favore ‘di un amico’, ma perché ci spetta di diritto.