di Andrea Leoni, Davide e Manuel Pierobon
23/08/2012, Lecco.
Mercoledì sera, presso la stazione dei treni di Lecco ha preso il via “un Campo per la Legalità – una terra che ha gli anticorpi”. Tale esperienza, che vedrà coinvolti una quindicina di volontari provenienti da tutta Italia, è organizzata da due associazioni impegnate nel campo della legalità e della protezione ambientale, rispettivamente “Libera” e “Legambiente”.
Dopo la partenza istituzionale della prima serata, con la partecipazione di varie autorità locali, oggi (ieri, ndr) abbiamo fatto una prima ed entusiasmante visita in bicicletta nel territorio lecchese, per molti di noi sconosciuto.
Il giro prevedeva varie tappe, tra cui anche la visita di alcuni immobili sequestrati alla criminalità organizzata. Le impressioni sono state molte, come tante sono state le domande che pian piano tale giro suscitava in noi.
Senza dubbio l’incontro con due amministratori del territorio (gli assessori di Olginate alla Cultura e all’Ambiente), è stata un’occasione per avere una testimonianza diretta ed incisiva su quanto si stia facendo per promuovere la lotta alle mafie. Tra le varie riflessioni che sono state proposte, una frase ci è rimasta particolarmente impressa: “E’ COSA NOSTRA!”.
È una frase di semplicità immensa ma allo stesso tempo dal significato profondo e complesso: siamo chiamati ad essere protagonisti della vita della nostra società, in particolare in questo momento a Lecco. Non possiamo essere semplici spettatori e vivacchiare, confondendo questo con vera vita. Come citato nell’apertura della mostra dedicata ai 20 anni dalla morte di Falcone e Borsellino e gli uomini della loro scorta, “…questi esempi di vita sono morti anche perché noi non abbiamo vissuto abbastanza”. Per vivere a pieno e comprendere a fondo la realtà della mafia bisogna innanzitutto conoscere il territorio in cui tali azioni malavitose vengono compiute. Il giro in bicicletta che abbiamo compiuto oggi è stato un modo (faticoso ma spettacolare) di gustare la bellezza del territorio e della sua natura. Questo è un bene che va preservato da azioni illegali come quelle di stampo mafioso, è un bene comune, di tutti noi: E’ COSA NOSTRA!
E’ quindi necessario il contributo di tutti, dalle amministrazioni comunali ai singoli cittadini. Non è facile far gioco di squadra, tessere una rete di rapporti forte ed efficace ma è l’unico modo per sviluppare una sensibilità diffusa ponendo al centro del dibattito civico temi di stretta attualità.