Un Expo libero dalla mafia. Questo l’intento delle istituzioni che ieri riunite in prefettura a Milano hanno siglato l’accordo “ Expo 2015 Mafia Free ”.
Dieci punti per incrementare il contrasto e la prevenzione. Dieci punti per evitare, dicendolo con le parole del Sindaco di Milano Giuliano Pisapia, che gli “inevitabili tentativi” di infiltrazione mafiosa “diventino realtà”. Presenti all’incontro anche il Ministro degli Interni Angelino Alfano, il Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, il Prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca e il commissario unico delegato dal governo per l’Expo Giuseppe Sala.
Incremento della presenza delle forze dell’Ordine e maggiore scambio di informazioni. Si punta a costruire una solida rete per arginare il fenomeno che, secondo il commissario unico Sala, “sarà bello se potrà lasciare dopo di sé una struttura di controlli e prevenzione contro le infiltrazioni mafiose che resteranno a Milano”. Intanto, da ieri, una volta alla settimana si riuniranno la Regione e gli Enti locali coinvolti per monitore la situazione. Lo stesso farà il Comitato Nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica ma con scadenza bimestrale.
Ma si punta anche alla cooperazione internazionale. Su base volontaria però. Infatti, lo stesso Sala ha voluto chiarire che si chiederà ai Paesi partecipanti di aderire – senza obbligo – ad una versione semplificata del protocollo per la legalità. In più si è sottolineato come i controlli sulle imprese che avranno in gestione la costruzione degli stand delle diverse nazioni saranno sottoposte a controlli non in via preventiva ma “comunque verranno eseguiti”.
Per i controlli, non solo sui cantieri ma anche per l’incolumità delle persone sui siti di Expo, il Viminale tramite Alfano ha assicurato un potenziamento della presenza delle forze che verrà garantita grazie a nuove assunzioni e allo sblocco del turnover per gli agenti di pubblica sicurezza. Sul punto il Presidente Maroni ha riportato l’attenzione sulle difficoltà che finora hanno impedito la costruzione del commissariato di Polizia e della caserma dei Carabinieri a Rho che “devono essere realizzate in tempi rapidissimi. “Non possiamo aspettare”, ha continuato il governatore chiarendo che queste strutture servono a “a garantire la legalità, non solo rispetto ai rischi derivanti dall’infiltrazione mafiosa, ma anche dal malaffare, che non sempre è connesso con la criminalità organizzata”.
“Lo Stato è più forte dell’antistato” e “noi siamo una squadra forte e unita che si chiama Italia, di chiama Stato, si chiama Milano”, così Alfano ha voluto salutare la firma del protocollo.
1. Potenziamento della presenza delle forze dell’ordine, grazie a nuove assunzioni rese possibili dallo sblocco del 55% del turn over
2. Stanziamento nella legge finanziaria di circa 126 milioni in due anni da destinare alla logistica all’accoglienza e ai mezzi
3. Riunioni bimestrali del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica
4. Maggior ruolo della Direzione investigativa antimafia (Dia), che gestirà le attività info-investigative, ovvero monitoraggio dei flussi finanziari, white list e gestione informazioni
5. Rilascio delle certificazioni antimafia agli imprenditori per rendere più veloce ed efficace il controllo da parte della Direzione Investigativa Antimafia
6. Maggiore incisività degli accertamenti per le decisioni prefettizie
7. Favorire la circolarità informativa tra soggetti istituzionali, grazie ad applicativi informatici già approntati
8. Incrementare l’accesso ai cantieri e i controlli
9. Favorire la cooperazione internazionale delle forze di polizia
10. Favorire i controlli e le attività della polizia locale nei territori dell’Expo.