FONDAMENTA S.r.l. nasce nel 1993 come evoluzione della SOGEFON, società specializzata sino dal 1963 nelle opere in sottosuolo, e incorpora la PENATI e la TITANIA, importanti e storiche società del settore; in particolare la seconda porta il know-how necessario alla realizzazione di opere nel settore marittimo.
Nel 2006 FONDAMENTA incorpora per fusione la SOGEFON S.r.l. in quanto l’attività delle due società è diventata sempre più complementare e simile, e un’unica società è in grado di dare alle imprese un servizio più completo come varietà di lavori ed elasticità nella loro esecuzione.
Da sempre FONDAMENTA opera esclusivamente con proprie maestranze ed attrezzature coprendo l’intera gamma delle opere specialistiche del sottosuolo, l’intera gestione degli scavi e delle impermeabilizzazioni, le opere di fondazione in calcestruzzo e, grazie alla pluriennale esperienza e la costante formazione del personale e il continuo adeguamento del macchinario all’evolversi tecnologico del settore, può intervenire sempre con grande efficienza e con la garanzia di un ottimo risultato..
L’area di operatività di FONDAMENTA si suddivide per il 90% in Italia e per il 10% all’estero (attualmente Francia, Nepal e Ungheria).
La Fondamenta srl viene citata all’interno della Commissione d’inchiesta (XVI legislatura) alla Camera dei Deputati per lo smaltimento illegale di rifiuti come possibile preda delle mire espansionistiche della ‘ndrina “La lombardia”. All’interno dell’appalto Expo non si occupa però di rifiuti. Nella relazione della Commissione d’inchiesta si legge:
“Ma le mire espansionistiche della ’ndrina « La Lombardia » non erano limitate all’acquisizione delle società del gruppo Perego, in quanto rivolte ad assurgere a ben più alti livelli, di carattere nazionale e anche internazionale, posto che Pavone aveva ottenuto da Enrico Rebai, titolare del Gruppo Comer, il benestare per la creazione di un’unica grande società, leader nel settore, derivante dalla fusione di uomini, mezzi e risorse di quattro distinti gruppi industriali operanti nel settore dei lavori pubblici e cioè della Perego, del gruppo Fondamenta Srl, della Comer Spa (ammessa poi in data 10 novembre 2011 alla procedura di concordato preventivo, ma all’epoca dei fatti apparentemente sana) e della Angelo Cega Spa (che già versava in stato di insolvenza ed era in stretti rapporti con Andrea Pavone, come risulta dalla nomina a liquidatore del solito Giovanni Barone, avvenuta in data 6 aprile 2009, ma dichiarata fallita qualche mese dopo, in data 23 luglio 2009). Tutte le società anzidette erano dotate di un vasto assortimento di certificazioni Soa (attestato obbligatorio per l’esecuzione di appalti pubblici di importo superiore a 150 mila euro) e – secondo le previsioni di Pavone – la creazione di un colosso dal fatturato complessivo prossimo ai 00 milioni di euro » avrebbe consentito, a pieno titolo, la partecipazione ad appalti pubblici. L’iniziativa non aveva successo, a causa delle serie difficoltà in cui versava la Angelo Cega Spa, ma i tentativi di inserirsi nel tessuto economico lombardo e, in particolare, in quello milanese sono evidenti e in ogni caso destinate a proseguire, posto che il cosiddetto gruppo Perego era del tutto sprovvisto di risorse proprie. Di qui l’affannosa ricerca di intese con altri gruppi industriali operanti nel settore.
Anche nell’articolo del Giornale.it, scritto da Luca Fazzo il 15/07/2010 si legge:
“L’idea di Pavone e Strangio è di concludere una fusione tra il gruppo Rebai, la Angelo Cega Spa, il gruppo Fondamenta srl e ovviamente la Perego. Il progetto alla fine sfuma. Ma il meccanismo messo in piedi dalla ‘ndrangheta è sempre lo stesso. Entrare nelle ditte sull’orlo del crac con capitali fittizi, e impossessarsene come un virus. La conversazione è del 25 febbraio 2009 “Carta bianca per fare l’operazione -dice entusiasta Pavone- facciamo una società in quattro, siamo la più grossa della Lombardia, abbiamo tutte le Soa (Società organismo di attestazione) per fare qualsiasi appalto.”