di Niccolò Ferrari

Il 9 maggio 1978 Peppino Impastato viene fatto saltare in aria sulla ferrovia di Cinisi. Lo stesso giorno diventa però famoso per un altro fatto: il delitto Moro. Di Peppino e della sua morte, quindi, in quegli anni, non parla proprio nessuno.

“I Cento Passi” non è un film sulla mafia. È un film sull’antimafia, quella sociale, e sulla voglia di combattere, sulla voglia di farsi sentire. La pellicola ci presenta splendidamente che cosa volesse dire nascere in provincia di Palermo nel dopoguerra. Con, in più, un cognome abbastanza pesante. Il padre di Peppino, Luigi Impastato, infatti, era un affiliato di Tano Badalamenti, capo emergente della mafia locale che arriverà a contare, e molto, anche a Palermo. Durante l’infanzia di Peppino avviene, in ambito mafioso, quel ricambio generazionale che porterà dagli uomini d’onore alla Mafia imprenditrice.

La scena iniziale del film è un chiaro omaggio a “Il Padrino”. La consueta tavolata che appare anche nel capolavoro di Coppola offre, oltre al parallelo, un interessante spunto riguardo uno dei principali valori dei mafiosi, specie quelli vecchio stampo: la famiglia. Quest’ultima è al centro di tutto e proprio con “I Cento Passi” si può vedere quanto l’attaccamento alla famiglia e alla tradizione abbia fatto sì, e ciò accade anche oggi, che la mafia si tramandasse ininterrottamente per generazioni. Dal punto di vista opposto, come nel caso di Peppino, il valore della famiglia mostra anche quanto sia difficile combatterla la mafia, specie dall’interno.

In un paesino di periferia Peppino si adegua allo sviluppo degli affari mafiosi evolvendo il suo modus operandi. In primis stampando giornali che gettano fango sulla mafia e che, soprattutto, incredibile per il tempo, fanno i nomi. Gli anni ’70 sono poi quelli delle radio libere e Peppino nella sua Cinisi ne fonda una, Radio Aut, per far sentire ulteriormente e letteralmente la propria voce. I suoi metodi e il suo linguaggio, il cambiare nomi a persone e cose per evitare denunce, ce li mostra un grande Luigi Lo Cascio. Usando la satira, poi, Peppino fa più male delle pistole, perché colpisce al cuore un altro dei valori portanti mafiosi: l’onore.

Peppino vede, sente e parla del regno delle tre scimmiette. “I Cento Passi”, quindi, un film sull’antimafia. La vita di Peppino è stata antimafia. Cento passi, quelli che nel film separano casa Impastato da casa Badalamenti. Sei andato a scuola, sai contare?

CHI? Nel film si narra di Giuseppe “Peppino” Impastato, Gaetano “Tano” Badalamenti, Luigi, Felicia e Giovanni Impastato.

CHE COSA? Il film racconta interamente la vita di Peppino Impastato, dall’infanzia alla morte, passando per le prime lotte sociali contro la mafia, “Radio Aut”, i problemi con il padre e lo scontro frontale con Badalamenti.

DOVE? Le vicende sono interamente ambientate a Cinisi, provincia di Palermo, Sicilia.

QUANDO? Le scene iniziali si riferiscono agli anni ’50; la gran parte del film invece ripercorre gli anni ’70 fino alla morte di Peppino nel 1978.

INFO-BOX

• REGIA: Marco Tullio Giordana

• ANNO: 2000

• SOGGETTO: Claudio Fava, Marco Tullio Giordana, Monica Zapelli

• CAST: Luigi Lo Cascio, Luigi Maria Burruano, Lucia Sardo, Paolo Briguglia, Tony Sperandeo, Claudio Gioè.

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