Di Claudio Campesi

Della storia di Maria Chindamo, vittima innocente di ‘ndrangheta, vi abbiamo scritto tempo fa, cercando di ricostruirne la tragica storia e di far luce sullo stato delle indagini (tutt’ora in corso ndr). Vi abbiamo anche parlato di “Controlliamo Noi la Terra di Maria”, la raccolta fondi portata avanti da Vincenzo Chindamo, fratello della donna scomparsa, che da anni si batte per avere giustizia, e da Sabrina Garofalo, sociologa e ricercatrice da sempre vicina alla famiglia. Un crowdfunding finalizzato a dotare l’azienda agricola dove lavorava Maria di un sistema di videosorveglianza. Un’iniziativa concreta e rivoluzionaria che chiama la società civile ad impegnarsi in prima persona. Da qualche giorno un’altra buona notizia si innesta su questa stessa lunghezza d’onda. Il Centro di Women’s Studies “Milly Villa” dell’Università della Calabria ha promosso ed istituito un premio di laurea intitolato proprio alla memoria di Maria Chindamo, un riconoscimento che verrà assegnato a tesi di laurea che avranno come focus principale “discriminazioni, violenza di genere e femminicidio, con particolare riferimento ai contesti di criminalità organizzata”.
Ma non solo. Il Centro di Women’s Studies “ha elaborato proposte operative concrete di supporto agli orfani di crimine domestico e femminicidio, con particolare attenzione alle tante storie di donne calabresi, vittime della cultura ’ndranghetista”.
Tornando al premio di laurea, lo scopo, dichiarato nel bando pubblicato sul sito dell’Università della Calabria, è proprio quello di “valorizzare studi e ricerche sul tema … al fine di sostenere e dare importanza alle tematiche di genere in contesti di criminalità organizzata, a livello locale e nazionale”. La studentessa o lo studente che si aggiudicherà il premio verrà altresì coinvolta/o in attività di sensibilizzazione e formazione nell’Università e nel territorio calabrese.

Qui troverete le condizioni d’ammissione, i criteri di valutazione e le scadenze da rispettare per poter partecipare.

Abbiamo sentito telefonicamente Sabrina Garofalo, membro del direttivo “Milly Villa” per saperne di più.

Perché intitolare a Maria Chindamo questo premio? Perché è una storia importante per la storia calabrese?
«Il centro Milly Villa si occupa di queste tematiche da 30 anni. Questa scelta è frutto di un percorso lungo. La storia di Maria è esemplare per la nostra terra. Maria era imprenditrice, calabrese, iscritta all’università, già commercialista. La sua biografia parla delle storie calabresi. Una storia fatta di diritti, del desiderio di viverli a pieno e di scalfire quel tipo di potere patriarcale in cui la sua storia si contestualizza. Di Maria noi abbiamo raccontato e vogliamo raccontare la storia. Abbiamo voluto pensare ad un premio di laurea che riuscisse a radicare la formazione e la ricerca in percorsi non solo di memoria ma anche di consapevolezza di quelle che sono le tematiche relative alla violenza di genere, alla presenza delle donne nella sfera pubblica, soprattutto nei contesti di ‘ndrangheta. La volontà di dedicare a Maria questo premio è proprio radicata nella sua storia e nella storia di tante donne calabresi che, ogni giorno, da cittadine e da donne, costruiscono libertà e autodeterminazione».
Sono queste le iniziative che fanno ben sperare e riempiono d’orgoglio, che danno il senso concreto del cambiamento lento e continuo, tanto faticoso quando imprescindibile, che rendono giustizia ad una terra, la Calabria, che non è solo madre di ‘ndrangheta ma anche nutrice di coraggio, bellezza e voglia di riscatto. Terra di donne, come Maria e Sabrina, e di uomini, come Vincenzo, di cui andare fieri. Parola di calabrese.

Related Post