di Monica Forte

“Poiché il Fentanyl può essere ingerito, inalato con bocca e naso, o assorbito attraverso la pelle e gli occhi, qualsiasi sostanza si sospetti possa contenere Fentanyl deve essere maneggiata con estrema cautela dato che l’esposizione ad una piccola quantità può provocare serie complicazioni per la salute, difficoltà respiratorie o la morte”.  Queste parole introducono le Linee guida per soccorritori e forze dell’ordine americane che la DEA (Drug Enforcment Administration) ha distribuito nel 2017 quando negli Stati Uniti d’America stavano drammaticamente aumentando le morti da oppiacei sintetici, in primis fentanyl e suoi derivati. Una sostanza che genera nei consumatori gli stessi effetti della morfina, ma con una potenza 50 – 100 volte superiore, che induce forte dipendenza e che proprio per i suoi effetti molto più potenti viene utilizzata dalle criminalità transnazionali per tagliare l’eroina, determinando in molti casi la morte per overdose.

In Italia, anche in Lombardia, ci sono stati pochi casi di sequestro di fentanyl eppure in Commissione antimafia abbiamo ritenuto utile conoscere l’esperienza americana per imparare a riconoscere i segnali di una eventuale diffusione di queste sostanze nel nostro territorio anche acquisendo in anticipo le best practice messe in atto. Considerando che, contrariamente alla semplicità e velocità di produzione di queste sostanze, identificare in un laboratorio il fentanyl e i suoi derivati non è altrettanto semplice tanto che nell’unico caso italiano solo la caparbietà di alcuni esperti che di fronte ad una morte per overdose non si sono dati per vinti, ha consentito di identificare una delle decine di derivati del fentanyl nella dose di eroina che aveva ucciso la vittima.

Quante morti per overdose da eroina sono imputabili, quindi, alla presenza di Fentanyl? Questo ad oggi non è possibile dirlo e questa mancanza di consapevolezza genera forti preoccupazioni.

I vantaggi per le criminalità organizzate già dedite al traffico di stupefacenti sono evidenti: è 25 – 50 volte più potente dell’eroina; può essere diluita molto più dell’eroina e quindi è più facile da trasportare perché bastano minori quantità per produrre molte dosi (da un chilo di fentanyl si producono 10 o più chili di sostanza da vendere); viene prodotto facilmente in laboratori clandestini in sole 24 ore; i consumatori amano gli effetti del fentanyl perché sono più potenti e questo genera sempre maggiore dipendenza e richiesta; esiste un’altra fascia di potenziali clienti nel mondo dello sport dove spesso l’uso di oppiacei a seguito di infortuni genera dipendenza e spinge gli sportivi a cercare la stessa sostanza nel mercato illecito.

In Messico e in Cina la produzione è avanzata già da diversi anni e la loro strategia di marketing prevede una prima fase di test. Negli Usa si è iniziato a distribuire il fentanyl in alcune cittadine ad alto tasso di criminalità per vedere se il mercato rispondesse bene, un po’ come fanno alcuni grandi marchi della distribuzione internazionale quando decidono di testare un territorio e poi adattano la loro produzione nei vari Paesi del mondo in base ai risultati.

L’Italia potrebbe quindi essere in fase di test? E se fosse così e il popolo dei consumatori rispondesse positivamente, potremmo ritrovarci in poco tempo ad avere gli stessi 70.000 morti in un anno degli Stati Uniti d’America?

Al momento non possiamo saperlo, ma la presenza dei primi casi di sequestro e di un caso di morte accertata per fentanyl ci impone di alzare la guardia e mettere in campo tutti gli strumenti di prevenzione possibile. Il dott. Hacker della Dea non ha dubbi sulla necessità di informare soprattutto i più giovani e se fino a un decennio fa avremmo potuto rivolgerci alla sola fascia degli studenti universitari, oggi bisogna partire dalle scuole medie. Informare, quindi, sui rischi e iniziare a formare subito soccorritori e forze dell’ordine per non arrivare a gestire in emergenza un fenomeno che in America ha visto i primi allarmanti numeri per overdose da oppiacei sintetici già nel 2013 e che nel 2015 erano già aumentate del 77%.

La criminalità organizzata intuisce l’evolversi del mercato, i cambiamenti sociali e crea business, mentre troppo spesso politica e istituzioni sono costrette a rincorrerle. Sul traffico e lo spaccio di fentanyl e oppiacei sintetici possiamo giocare d’anticipo e tentare di contrastarne la diffusione anche attraverso un’azione condivisa tra più livelli istituzionali e con la collaborazione internazionale. Non perdiamo l’occasione!

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