Nel sentire comune, nella nostra quotidianità, una settimana non è un periodo di tempo molto lungo; è quel tempo che non passa mai quando ti trovi a svolgere un lavoro che non ti piace, o che scivola via troppo in fretta, come sabbia fra le dita, quando “stacchi la spina” per concederti un po’ di riposo; ma in generale, non è una parentesi abbastanza lunga da pensare di potervi creare dentro qualcosa di duraturo e stabile.
Per chi ha vissuto quel bellissimo momento costituito dalla prima Festa Nazionale di Libera, a Firenze, ma soprattutto dal contemporaneo Secondo Raduno dei Giovani di Libera nella limitanea Scandicci, le categorie quotidiane del tempo trascendono il loro significato; una settimana diventa lo scrigno entro cui costruire e raccogliere una rete di relazioni umane che, a vederla e viverla, ti fa capire immediatamente CHI vincerà il duro braccio di ferro che abbiamo stretto con la Mafia e il malaffare, per la Liberazione del nostro Paese.
Un arco di tempo entro cui ragazzi e ragazze provenienti da tutta Italia, dalla Sicilia alla Lombardia al Piemonte, passando per Molise, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Toscana, Valle d’Aosta, Campania e poi Calabria, Liguria, Sardegna e Veneto si sono trovati per confrontarsi e discutere, conoscersi e capirsi, trovando riflessa ognuno negli occhi dell’altro quella luce data dalla coscienza di stare dalla parte giusta che ti scalda il cuore, e che ti fa capire di non essere il solo a cercare di costruire il sogno di un’Italia più giusta.
Capita così di conoscere la storia di Riccardo, originario di Pagani, Provincia di Salerno, che in un comune la cui giunta è stata appena sciolta per infiltrazione camorristica decide, a neanche trent’anni, di radunare un gruppo e di concorrere alla carica di primo cittadino alle prossime elezioni.
O di Giulia, presidente dell’Associazione “RIME” di Trieste, una ventunenne carica di vita che coi suoi compagni sta girando l’Italia portando nelle piazze uno spettacolo teatrale scritto e interpretato dagli stessi viaggiatori di questa “Carovana della Legalità”, toccando territori e persone troppo spesso dimenticate dal volto ufficiale, distante, dello Stato e dell’opinione pubblica.
O quella del vulcanico Lello, di Latina, impegnato quotidianamente in “SOS Giustizia”, lo sportello di ascolto creato da Libera per aiutare le vittime di usura in un territorio pesantemente colpito dal problema dell’ infiltrazione ‘ndranghetista.
Molte storie diverse, dunque, riunitesi quest’anno per riflettere sul loro lavoro quotidiano a partire dal ragionamento sulla figura e sulle opere di Danilo Dolci, emblematico profeta della non violenza italiana.
La sua vicenda umana e politica è stata approfondita durante il raduno a partire dal meraviglioso spettacolo teatrale portato in scena dalla compagnia di Teatro Civile “ORME” di Torino, che ha anche chiuso ufficialmente la festa interpretando, nella gremita Piazza Matteotti a Scandicci, “Picciridda”, sentito omaggio teatrale a Rita Atria, giovanissima vittima di mafia.
Tanti gli interventi che hanno condito e dato sapore al doppio evento organizzato da Libera, apportando spunti di riflessione fondamentali per chi si interessa di criminalità organizzata; dalla relazione di Nando Dalla Chiesa sul rapporto di convergenza d’interessi esistente fra una certa politica ed economia e il mondo criminale, alla presentazione della rete di Libera International da parte del referente Tonio Dell’Olio, che ha focalizzato l’attenzione in particolare sull’espansione della criminalità organizzata nostrana in America Latina, che ha portato alla creazione da parte di Libera del progetto ALAS (America Latina Alternativa Social), una rete di solidarietà e di movimenti europei e latino americani volta a promuovere e difendere i diritti dei cittadini del “Sub Continente”. Interventi che hanno spaziato su diverse tematiche riconducibili alla lotta condotta dall’associazione, dall’economia, all’istruzione ,all’utilizzo del teatro a fini sociali e politici, grazie allo splendido lavoro portato avanti coi ragazzi del Raduno da Petra Selva Nicolicchia, insegnante della Scuola Teatro Orme e regista degli spettacoli della Compagnia.
A creare il necessario clima di festa dell’evento, senza il quale si sarebbe persa quella componente di umanità della lotta tanto cara alla rete di Libera (ed indispensabile alla sua riuscita) hanno contribuito i concerti serali, dall’energia folk dei Modena City Ramblers al rabbioso rap campano di Lucariello, fino alle pizziche e tarante dei calabresi Parto delle nuvole pesanti. Anche Giulio Cavalli, l’eclettico e impegnato autore e attore lombardo, ha voluto contribuire alla riuscita della festa portando in scena “L’innocenza di Giulio – Andreotti non è mai stato assolto”, spettacolo di teatro civile sulla sinistra figura del senatore Andreotti e sul suo ruolo nei nefasti eventi che hanno segnato la storia d’Italia a cavallo fra gli anni Settanta e Novanta del secolo scorso.
La cornice di questo primo momento di confronto del variegato mondo dell’antimafia civile è stata Fortezza da Basso, antico maniero quattrocentesco, autentico gioiello d’architettura simbolo di una Firenze viva come non mai, che ha voluto fare suoi i volti e le voci dei militanti antimafia, trasformandosi per una settimana in una fucina di idee e speranze, sogni e confronti.
Perché, come insegna Don Luigi Ciotti, l’etica e la giustizia liberano la Bellezza, quella con la B maiuscola; e allora, da una delle città più belle d’Italia, si è deciso di ripartire insieme. Per un altro anno di lavoro. Per un altro anno di speranze. Perché i sorrisi e le lacrime che hanno segnato i volti di chi ha partecipato a questo carosello di emozioni ed esperienze possano essere i mattoni su cui edificare una nuova Italia, in cui, parafrasando Mauro Rostagno, valga la pena di cercare il proprio posto nella società.