di Alessandro Peregalli

Dal Comitato di esperti contro la mafia alla nascitura commissione consiliare, dalle infiltrazioni criminali nella movida meneghina ai recenti attentati intimidatori, dai beni confiscati all’allarme Expo. Di tutto questo si è parlato giovedì 24 novembre, al lato B in piazza XIV maggio, nel corso della “Notte contro le mafie”, iniziativa organizzata da Facciamo Rete, Libera, Studenti Viola, Agende Rosse e 11 Metri.

Ne hanno discusso Nando dalla Chiesa, presidente del neonato Comitato antimafia, Ilaria Ramoni, referente di Libera per Milano e provincia, David Gentili, consigliere comunale del Pd, e lo scrittore Giuseppe Catozzella, moderati dal giornalista di Radio 24 Daniele Biacchessi, e di fronte ad un pubblico di giovani e giovanissimi, a testimoniare del sempre maggior interesse e della accresciuta consapevolezza del tema della criminalità organizzata tra le nuove generazioni milanesi.

Il tema della serata era ampio e il primo argomento toccato è stato quello del Comitato di esperti, appena nato per precisa volontà di Giuliano Pisapia. “Non è una Commissione antimafia – ha precisato subito dalla Chiesa -, quella non è ancora stata costituita, il Comitato è uno strumento a disposizione del sindaco, e quindi rientra in un’attività di governo”. Le sue funzioni, ha poi spiegato il sociologo, “sono quelle di analisi sul fenomeno mafioso, di proposta di soluzioni e di vigilanza su Expo, il quale, lungi dall’essere la causa dell’arrivo delle organizzazioni criminali, rappresenta solo la punta dell’iceberg di un fenomeno presente da tempo”.

Per una questione di riservatezza, però, dalla Chiesa si è astenuto dall’entrare nel dettaglio delle questioni su cui si concentrerà il Comitato, asserendo che, per il momento, è solo un bene che l’attività del Comitato non stia sui giornali.

Chi invece ha elencato alcuni dati significativi è stata Ilaria Ramoni, che ha subito messo in evidenza il livello di infiltrazione, se non di vera e propria pervasività che le mafie hanno raggiunto nel tessuto sociale lombardo, tanto che la nostra regione è la terza d’Italia per numero di aziende confiscate alla criminalità organizzata, mentre oscilla tra il quarto e il quinto posto per quanto riguarda la confisca di immobili. La giovane responsabile di Libera ha anche parlato dell’infiltrazione delle cosche nei locali notturni, sostenendo la necessità di capire fino a che punto si tratta di collusione e fino a che punto invece si tratta di paura, indicando comunque la strada maestra nella prevenzione.

Giuseppe Catozzella, dal canto suo, ha parlato dell’attività delle cosche nella zona a Nord di Milano, tra i quartieri di Quarto Oggiaro e Affori, e i comuni di Cormano e Bresso, dove è radicata la presenza del clan calabrese dei Flachi. Il giovane scrittore si è inoltre scagliato contro i media, colpevoli di affrontare il tema della mafia in termini approssimativi, focalizzandosi solo sui grandi processi, e sminuendo la portata dell’influenza mafiosa nel Milanese. Cosa che invece ha cercato di mettere in evidenza lui con L’Alveare (marzo 2011, ndr), nel quale ha descritto il potere della  ‘ndrangheta a partire da sue esperienze personali, come l’aver assistito, vent’anni fa, all’uccisione di due passanti a Bresso, in occasione dello scoppio di una faida mafiosa. “Lì ho capito che la mafia riguardava anche me, che era presente nella quotidianità”. Infine, Catozzella ha parlato del recente incendio doloso del centro sportivo di Affori, ritenendolo il sintomo di un salto di qualità della ‘ndrangheta, visto che per la prima volta oggetto dell’attentato non è stato un edificio privato, bensì addirittura una struttura di proprietà comunale.

In una sorta di chiusura del cerchio, il discorso è tornato sulle vicende istituzionali, con l’intervento di David Gentili, secondo molti probabile futuro presidente della Commissione comunale antimafia. Il politico del Pd ha lamentato l’ostruzionismo del Pdl sulla proposta di istituire la Commissione: “se il centro-destra non si emanciperà dal suo slogan de ‘l’antimafia dei fatti’ e se continuerà a negare, come ha fatto per vent’anni, che a Milano il problema esiste e va affrontato anche in sede politica, sappia che noi la Commissione la faremo lo stesso”.

Riguardo al ruolo di quest’ultima, Gentili ha annunciato che si tratterà di una funzione di vigilanza sulle attività di riciclaggio, e di controllo sui dirigenti e le attività delle partecipate, mentre le denunce dei cittadini arriveranno al Comitato. Una divisione dei compiti che sembra certificare quel definitivo compromesso, in seno alla maggioranza di centro-sinistra, tra i fautori della Commissione consiliare e chi, viceversa, preferiva una riedizione del Comitato Smuraglia, e che ha quindi tutto il sapore di una mano tesa, dopo le accese polemiche degli scorsi mesi. Ora, almeno a sentire le parole di Gentili, la palla passa nel campo del centro-destra.

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