Domenica 25 settembre una coloratissima pedalata antimafia organizzata dai ragazzi del “Presidio Angelo Vassallo” di Libera ha movimentato le vie di Assago, Buccinasco, Corsico, Cesano Boscone e Trezzano sul Naviglio, comuni dell’hinterland milanese al centro di importanti operazioni antimafia…
Nel centro di Buccinasco è una calda domenica di inizio autunno. Dal ciglio del marciapiede un vecchietto guarda passare un allegro e colorato corteo di biciclette. Nei sui occhi un misto di stupore e incredulità, nella sua testa pensieri confusi che si accavallano: “Se la mafia – a Milano, al nord, in Lombardia – non esiste, perché tutte queste persone sfilano in bicicletta manifestando contro le mafie?” Il vecchio vede passare uno dopo l’altro i ciclisti, bandiera di Libera “Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” fissate al telaio e magliette che ricordano le parole di Paolo Borsellino e Antonino Caponnetto indossate con orgoglio.
Sono gli oltre 150 cittadini che domenica 25 settembre 2011 si sono ritrovati in via Giovanni XXIII n° 6 ad Assago – indirizzo dell’ex dimora del boss Rocco Papalia oggi sede della Protezione Civile e della Caritas parrocchiale – e, casco in testa e borraccia a portata di mano, sono saliti “In bici contro le mafie”, pedalando per le vie di Assago, Buccinasco, Corsico, Cesano Boscone e Trezzano sul Naviglio. Cinque Comuni che, sommati, fanno poco più di 100mila abitanti.
E 62 tra immobili e imprese confiscate.
Qui, nella periferia sud occidentale di Milano, la mafia esiste eccome. Non lo sa il vecchietto, fingono di non saperlo molti cittadini. Lo sanno, invece, i ragazzi del presidio di Libera del sud ovest di Milano intitolato ad Angelo Vassallo. E lo gridano senza paura, microfono in una mano, date, nomi e numeri nell’altra.
Carlotta lo fa davanti al civico numero 6 di Via Fratelli Rosselli a Buccinasco, “la Platì del nord Italia”. Anche se per molti quella casa verde è solo la sede della croce rossa dedicata a Emanuela Setti Carraro, dietro a quei muri, fino a pochi anni fa, viveva Antonio Papalia, uno dei più potenti boss della ‘ndrangheta al nord Italia e marito di Rosa Sergi, sorella del boss Francesco Sergi, anch’egli in carcere per associazione mafiosa. Poi, il 19 settembre del 1992, l’arresto e, nel 2007, l’assegnazione dell’immobile alla Croce Rossa. In mezzo un mare di paura e omertà: quella delle imprese locali che non si sono presentate al bando per i lavori di ristrutturazione dell’immobile, costringendo il Comune di Buccinasco – commissariato dal marzo 2011 dopo che il Sindaco, un assessore ai lavori pubblici e un consigliere comunale sono finiti in manette per un presunto giro di tangenti – a rivolgersi a una ditta esterna al territorio.
Elisa parla all’angolo tra via Sant’Adele e via Milano, a Corsico. Qui, affacciato sul naviglio, c’è un locale, ieri bar-pizzeria in mano ai mafiosi della zona, dal 1° ottobre 2008 sede dell’Auser – associazione di volontariato attiva nell’assistenza degli anziani dedicata a Felicia Bartolotta-Impastato.
Silvia ferma il corteo davanti alla “Casa delle Associazioni” di Trezzano sul Naviglio. Qui, in un edificio di via Cavour 22, il boss Salvatore Ciulla aveva ricavato una serie di esercizi commerciali non aperti al pubblico e utilizzati come depositi.
Rimasta inutilizzata per circa 8 anni dopo il sequestro, nel giugno del 2006 la struttura è stata restituita alla comunità e oggi ospita ben nove associazioni locali. Un gran risultato per un Comune come quello di Trezzano sul Naviglio, salito agli onori delle cronache per la brutta vicenda che ha visto Tiziano Butturini, ex sindaco di Trezzano e marito della sindaca uscente Liana Scundi, patteggiare 2 anni e 5 mesi di reclusione per un giro di mazzette che avrebbe ricevuto in cambio dell’affidamento di alcuni lavori ad aziende partecipate di un’impresa ritenuta in odore di ‘ndrangheta.
Carlotta, Elisa, Silvia e poi Michele e Rosa, infaticabile organizzatrice dell’iniziativa: sono loro, insieme a molti altri, i volti dell’antimafia di queste difficili zone. Giovani, coraggiosi e intraprendenti, guidano il corteo insieme al camioncino della Protezione Civile e ai più “esperti” membri dell’associazione “Bucci in bici”.
C’è spazio anche per qualche rappresentante delle istituzioni, durante la biciclettata: la vicesindaca di Corsico Leodilla Maria Zibardi, portando la voce della prima cittadina Maria Ferrucci, elenca alcune delle azioni concrete messe in atto dall’amministrazione comunale per contrastare la presenza e l’attività mafiosa: la costituzione del Comune come parte civile nei processi di mafia che coinvolgono il territorio comunale, la costituzione di un “gruppo legalità laboratorio per Corsico” in grado di “monitorare in modo strutturato e costante il fenomeno malavitoso” e l’organizzazione di incontri e dibattiti pubblici sul tema della legalità che culmineranno, il 20 ottobre prossimo, con una “Giornata di studio e dibattiti” in cui verranno organizzati gruppi di lavoro su temi come la sicurezza e la trasparenza nella gestione degli appalti.
Aldo Guastafierro, assessore alle politiche ambientali del Comune di Cesano Boscone, parla di fronte alla “Sala trasparenza” del paese, ribattezzata così per “sottolineare l’importanza della trasparenza nella pubblica amministrazione”. Pochi metri più in là c’è un’area adibita a parcheggio, strappata ai tentacoli della criminalità organizzata, che stava cercando di mettere in atto un’iniziativa speculativa. Non l’unico presidio della legalità nel comune del sud ovest milanese: due appartamenti di proprietà di esponenti mafiosi ospitano infatti il progetto “Casa insieme”, che dà ricovero alle donne abbandonate in situazione di grave disagio abitativo e ai loro piccoli.
Ultima, meritata, tappa della manifestazione sui pedali il Parco del Centenario di Trezzano sul Naviglio, dove le associazioni “Salvambiente” di Trezzano, “Buon Mercato” di Corsico e “Desr” Parco Sud Milano offrono a tutti i manifestanti un gustoso rinfresco a base di prodotti frutto della coltivazione biologica e della vendita diretta.
Qui, tra saluti e ringraziamenti, si conclude la biciclettata. Per sconfiggere la mafia, invece, c’è bisogno di pedalare ancora per molto.