Deboli istituzioni statali, corruzione endemica e posizione geografica: sono queste le tre peculiarità della Lituania all’interno del panorama europeo
L’influenza storica russa
La debolezza delle sue istituzioni deriva dal suo percorso storico e dal difficile rapporto con lo “scomodo” vicino russo. Già nel 1795, e quindi circa 500 anni dopo la sua nascita come Stato, la Lituania viene invasa dall’Impero Russo, subendo nel corso degli anni un forte processo di “russificazione”. La breve indipendenza nel 1920, seguita al Trattato di Mosca, viene interrotta dalla firma del Patto Molotov-Ribbentrop e dalla successiva annessione della Lituana all’URSS nel giugno 1940. Solo nel 1991 lo Stato Baltico acquista la sua definitiva indipendenza. Tuttavia, in poco più di un ventennio, le istituzioni statali non si sono sviluppate al punto da creare un argine alla criminalità organizzata, tanto che si è verificato, nel 2004, il primo caso di impeachment in un Paese dell’Unione Europea. L’ex Presidente Paksas, infatti, è stato infatti rimosso dal suo incarico per abuso d’ufficio, violazione di leggi costituzionali e soprattutto rapporti con la criminalità organizzata russa.
Ma l’influenza russa non si è manifestata solo nell’aver impedito per molti anni la creazione di istituzioni statali autonome. Uno dei fattori preponderanti dello sviluppo della criminalità organizzata in Lituania è stata la permeabilità delle frontiere durante gli anni della dominazione russa prima e sovietica poi. Non essendoci frontiere effettive, sul territorio della repubblica baltica si è andata insediando una forte minoranza russa, in cui la componente “criminale” è numericamente rilevante. Essi sono arrivati anche a causa dell’azione repressiva dell’Unione Sovietica: infatti fu una scelta del governo sovietico quella di spostare i criminali nelle maggiori città del Baltico, creando quindi contesti ideali per lo sviluppo di nuove organizzazioni illegali.
Così negli anni ’60 iniziano a formarsi i primi sodalizi criminali nel Paese, con la presenza dei “vory v zakone”, i “ladri nella legge” già presenti in Russia e che poi si espandono sul Baltico. Anche in Lituania questi gruppi si spendono nella gestione di intensi traffici illeciti, come le transazioni in valuta, il commercio di metalli preziosi, prostituzione e commercio di abiti contraffatti. Soprattutto la gestione del processo di privatizzazione, deciso a livello centrale dall’Unione Sovietica, ha garantito denaro alle organizzazioni criminali nella Repubblica Baltica. Un altro “mercato” importante è rappresentato da quello dei beni di prima necessità: infatti, la disgregazione dell’Unione Sovietica fa crescere nel Paese la domanda di beni essenziali come vestiti, scarpe e cibo.
Una seconda fase inizia invece negli anni Novanta, con la transizione ad un’economia liberale e nuove opportunità per la criminalità organizzata. Infatti questi anni possono essere identificati come gli anni di fondazione della maggior parte dei gruppi criminali, con un cambio dei reati commessi: si è passati dai traffici di valuta a reati finanziari più elaborati, pur mantenendo il controllo sulla prostituzione. Oltre a ciò, si è registrato un aumento dei crimini violenti come furti d’auto, estorsioni e rapine. I gruppi criminali più attivi sono stati individuati nelle più grandi città del paese, così come nelle contee di Biržai, Kėdainiai, Kupiškis, Panevėžys, Šiauliai. La maggioranza di loro ha cominciato come raggruppamenti criminali uniti da interessi comuni o sulla base di un luogo comune di residenza. Così il gruppo criminale “Daktarai”, guidato da Henrikas Daktaras, è stato costituito a Vilijampolė, un sobborgo della seconda città più grande del paese, Kaunas.
Si può parlare di “picco” del potere della criminalità organizzata nei primi anni Novanta anche per la sfida diretta allo Stato che questi gruppi hanno posto in essere. Tra il 1991-1993 sono stati molti i giornalisti, giudici e poliziotti intimiditi con gli omicidi: ad esempio venne ucciso un giornalista del quotidiano “Respublika” che aveva raccontato come il gruppo criminale “Brigade” fosse dedito al riciclaggio di denaro; sono stati uccisi anche 3 poliziotti di alto grado nella città di Panevėžys. Oltre a ciò una bomba è stata fatta saltare, alla fine del 1995, negli uffici del giornale “Lietuvos Rytas” dalla cosiddetta “Mafia di Kaunas”.
Dalla metà degli anni ‘90 si apre una terza fase per la criminalità organizzata. Invece di sfidare apertamente lo Stato, decide di spostarsi più sul versante economico-finanziario.
Questo cambio di strategia è stato pensato per differenti motivi. In primo luogo, in quegli anni il processo di privatizzazione stava volgendo al termine, dal momento che la maggior parte dei beni dello Stato erano stati trasformati in proprietà privata. Gli ex criminali stavano diventando banchieri e proprietari di aziende legittime e imprese. Per nascondere le precedenti attività illegali e per riciclare il denaro prodotto, sono state create delle imprese fittizie. La criminalità organizzata si trasforma in uno stadio qualitativamente superiore: diventa infatti più professionale, più sofisticata e più complessa. In secondo luogo la situazione economica in Lituania comincia a migliorare rapidamente. Miglioramento facilitato dalla creazione e dallo sviluppo delle infrastrutture giuridiche e fiscali necessarie per un’economia di mercato funzionante. Infine, la trasformazione della criminalità organizzata si è verificata in risposta alla riforme della polizia e alla sua sempre maggiore efficacia.
Questa terza fase, che può essere definita di “maturazione”, è proseguita con l’inizio del nuovo millennio e con l’avanzare del processo di integrazione europea. Infatti la libertà di circolazione di persone e merci ha favorito i contatti con i gruppi criminali di altri Paesi, provocando un vero e proprio fenomeno di criminalità transnazionale. Questo ha comportato lo sviluppo di traffici transnazionali, come il contrabbando, il riciclaggio di denaro, la tratta di donne ed il traffico di stupefacenti.
A seguito di questa evoluzione, si può affermare che la criminalità organizzata in Lituania si sia evoluta in una vera e propria organizzazione di stampo mafioso. Questo in quanto sono riscontrabili i quattro requisiti del modello mafioso, definiti dal professor dalla Chiesa: – controllo del territorio; – uso della violenza come regolatrice dei conflitti; – creazione di rapporti di dipendenza personali; – rapporti con la politica. I primi due requisiti sono emersi nel tratteggiare i “cambiamenti” delle organizzazioni criminali del Paese, il terzo si manifesta nella forte corruzione “endemica” del Paese, mentre il quarto è emerso in maniera evidente con l’impeachment del Presidente Paksas del 2004.
La corruzione
Per analizzare il fenomeno della corruzione in Lituania si può partire da un semplice dato statistico: un imprenditore su due ha usato tangenti. Secondo uno studio di Transcrime, “I criminali utilizzano la corruzione per infiltrarsi nell’economia legale dove investono i proventi delle proprie attività illecite e usano la corruzione per garantirsi il controllo delle risorse disponibili (es. appalti, licenze, contributi).” Inoltre, da una ricerca effettuata da Transparency International, è emerso che, nel 2002, ben l’81% degli imprenditori intervistati ben l’80% ha sentito di richieste di tangenti da imprenditori di loro conoscenza e più del 56% ha ammesso di aver ricevuto tali richieste personalmente.
Kaliningrad e la Rotta Baltica
Terza peculiarità della Lituania è la sua posizione geografica, situata proprio al centro dell’Europa e confinante a sud con l’enclave russa di Kaliningrad. Per dare una prima idea della regione, basta riprendere le parole dell’Enciclopedia Treccani: «disoccupazione, diffusione dell’HIV, traffici illeciti, inquinamento e crimine sono stati i tratti distintivi della regione tra il 1992 e il 1996». Il traffico principale della regione è quello di esseri umani, principalmente per essere sfruttati dal punto di vista lavorativo: tutto ciò senza che la comunità internazionale ed europea se ne interessi. Questo è possibile anche perché il 90% della popolazione della regione è immigrata, e dunque non ha le possibilità di accedere ai servizi essenziali, come quello legale per far valere i propri diritti.
Ma la Lituania è importante geograficamente anche perché è uno dei punti di snodo della cosiddetta Rotta baltica. Con questo termine si intende il percorso che viene seguito nel traffico di stupefacenti, armi, sigarette, esseri umani (e altro) e che è diretto sia verso l’Europa che verso la Federazione Russa, e dunque verso il mercato asiatico, attraversando le tre Repubbliche Baltiche.
Sono molte le organizzazioni criminali che utilizzano questa rotta per fare affari illeciti. La principale è la criminalità organizzata russa, la Mafija. Ma, come detto, essa non è di certo l’unica: nei Paesi Baltici sono anche i gruppi criminali autoctoni che usano questa rotta per i vari traffici. Tra di essi si distingue la criminalità organizzata lituana, definibile come organizzazione mafiosa, che la sfrutta grazie alla propria posizione geografica.
Il traffico più importante che si sviluppa lungo la Rotta Baltica è senza dubbio quello di stupefacenti. Le possibilità di guadagno date da esso risultano essere un alto fattore di attrattiva, soprattutto per i giovani, per entrare in uno dei gruppi criminali presenti in questi territori. La criminalità organizzata degli Stati Baltici ha ottenuto ingenti profitti svolgendo la funzione di facilitatore per quanto riguarda questo tipo di traffico, sia verso est che verso ovest. Ciò le ha permesso di divenire un attore rilevante in questa attività dapprima in ambito regionale e poi internazionale.
Un secondo traffico che segue questa rotta è quello di materiale radioattivo, in particolare uranio. L’uranio arricchito proviene dalla Russia, in particolare dalla penisola di Kola, ed è poi diretto verso i Paesi Baltici e verso la Norvegia; può inoltre provenire, insieme al mercurio rosso, dalla regione di Mosca, dalla Repubblica degli Udmurti e dalla città di Arzamas, e diretto verso le Repubbliche Baltiche, verso l’Europa Centrale (Polonia, Ungheria, Italia) o verso India, Pakistan ed Iran. Inoltre furti di uranio possono essere effettuati direttamente in Lituania (nell’ex centrale nucleare di Ignalina) e destinati ai Paesi dell’Asia Centrale come India, Pakistan e Iran. Altra attività illecita molto importante, e che vede la Lituania come Paese d’origine e non solo come Paese di transito, è quello di esseri umani. Essa infatti, come riportato anche dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, è uno dei principali Paesi di origine del traffico di esseri umani, oltre ad essere un importante snodo di transito per il suo accesso alla zona Schengen e l’adesione all’Unione Europea. Le vittime della tratta o sono destinate al mercato tedesco dalla Lituania, attraverso la Polonia, o sono portate in Lituania dai Paesi ex-URSS.
«Forse tutta l’Italia sta diventando Sicilia… A me è venuta una fantasia, leggendo sui giornali gli scandali di quel governo regionale: gli scienziati dicono che la linea della palma, cioè il clima che è propizio alla vegetazione della palma, viene su, verso il nord, di cinquecento metri, mi pare, ogni anno… La linea della palma… Io invece dico: la linea del caffè ristretto, del caffè concentrato… E sale come l’ago di mercurio di un termometro, questa linea della palma, del caffè forte, degli scandali: su su per l’Italia, ed è già oltre Roma…»
Questa citazione di Sciascia non è affatto casuale. Infatti la stessa linea della presenza delle organizzazioni criminali e mafiose ha superato Roma, ha raggiunto e superato il Nord Italia ed ha raggiunto anche il Mar Baltico. Anche nel Nord Europa è presente da più di cinquant’anni la criminalità organizzata, e non proviene dall’Italia. Forse è più giusto dire che in Europa vi è una “linea” che proviene da Mosca e si espande verso ovest.