di Riccardo Datteo
Siamo a Milano. In quella che era, e forse è ancora un po’ la Milano da bere. Da quegli anni ‘80 dove la mafia non era considerata una questione di cui occuparsi è cambiato molto. Per molto tempo, infatti, si è creduto che quel fenomeno lontano chiamato mafia, che faceva parlare di sé opponendosi alle istituzioni, fosse confinato al Sud Italia, che il Nord fosse impermeabile a tutto ciò per la sua naturale diversità e lontananza geografica.
Ebbene se si pensa a Milano ora, possiamo ritenere questa visione in parte superata. La società civile della città, infatti, si è molto sviluppata e sicuramente anche le istituzioni cittadine hanno fatto passi in avanti. L’ultimo di questi è certamente rappresentato dall’intitolazione a Piersanti Mattarella della piazza compresa tra i civici 26 e 28 di via della Moscova a Milano, di fronte alla sede del Comando Legione dei Carabinieri, lo scorso 22 aprile 2021. Intitolazione alla quale erano presenti sia le istituzioni che la società civile. In questo momento di ricordo il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha voluto così commentare: “Piazza Piersanti Mattarella è un tributo a tutte le 1031 vittime innocenti della mafia, che ci spingono a un impegno ancor più deciso contro la criminalità organizzata”. Piersanti era un politico, un uomo che ha svolto il suo lavoro nel migliore dei modi, e per questo, nel gennaio del 1980, ha pagato care conseguenze. Fu ucciso da un sicario di Cosa Nostra con colpi di pistola mentre era in macchina con la famiglia e si stava recando in chiesa. Non un “professionista dell’antimafia” per dirlo con le parole di Leonardo Sciascia ma un politico siciliano, per la Sicilia.
Un altro esempio del lavoro fatto dalla città di Milano, per costruire ed affermare sempre di più una cultura della legalità, sono i murales cittadini. A tal proposito nel 2017 è partito il progetto “Or.Me Ortica Memoria” ideato dall’associazione con il medesimo nome e patrocinata dalle istituzioni milanesi, insieme ad altre associazioni no profit della città. Grazie a questo progetto si è realizzato un vero e proprio museo all’aperto dipingendo su 12 muri del quartiere Ortica, la storia del Novecento italiano. I muri sono portatori di diversi temi, e uno di questi è proprio sulla legalità. Su di esso sono stati rappresentati volti italiani che si son battuti per la giustizia: Giorgio Ambrosoli, Carlo Alberto dalla Chiesa, Emilio Alessandrini, Mauro Brutto, Walter Tobagi, Tina Anselmi, Lea Garofalo. Riqualificare il quartiere in modo che tutti possano trarne qualcosa e possano avere un momento di riflessione sul messaggio che si vuole lasciare, è un ottimo modo per dare occasione alla società civile di esprimersi e di diffondere i valori culturali di cui si fa portatrice.
Luoghi di memoria come questi sono sicuramente una parte importante per promuovere una cultura della legalità e dei sani valori.
Luoghi che servono a non dimenticare, a tenere vivo il ricordo di chi si è opposto alla mafia, di chi ha fatto il suo lavoro fino in fondo senza scendere a patti con i poteri forti.
Luoghi che invitano alla riflessione e che evocano la memoria di quelle persone, rappresentandole o dedicando loro qualcosa di fermo, in questo mondo in continuo mutamento, per ricordare e educare a quegli uomini e quelle donne che si sono battuti per la giustizia.
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