di Adelia Pantano – Trame.4, Lamezia Terme, Calabria
Il professore Nando dalla Chiesa è oramai un ospite fisso del festival TRAME e i suoi libri sono immancabili nel bookshop che viene allestito al suo interno.
Quest’anno con lui si è voluto parlare di antimafia, proprio perché quest’anno il professore di sociologia della criminalità organizzata presso l’Università degli studi di Milano, ha pubblicato il Manifesto dell’antimafia. Un po’ come i grandi manifesti che hanno anticipato i più grandi movimenti politici, religiosi o artistici della storia, anche questo manifesto si prefigge gli stessi obiettivi: quello di proporre delle linee guide nel movimento antimafia in modo da far diventare l’antimafia stessa un vero e proprio impegno quotidiano.
La creazione di questo lavoro nasce dall’esperienza che Nando dalla Chiesa ha avuto negli anni, non solo legate alle sue vicende personali ma anche legate al fatto di vivere in un contesto come quello di Milano, in cui si gioca gran parte del potere del nostro Paese. Il professore non vuole creare un movimento antimafia al Nord, perché c’è sempre stato anche se con una fisionomia diversa, ovvero quello di rappresentare una sorta di solidarietà nei confronti del sud dominato dalle mafie. Vuole cercare di far comprendere come il fenomeno della criminalità organizzata sia un pericolo per il Nord stesso e quindi creare un retroterra forte in cui anche una semplice denuncia contro il pizzo possa avere la sua efficacia.
Definisce la ‘ndrangheta come una “forza sociale criminale”, che vede nel controllo del territorio, nella terra quindi, una delle sue risorse fondamentali. E nelle vicende dell’EXPO non si fa altro che sottolineare questa loro tendenza. Essa ha un’anima, ma un’anima talmente forte da essere in grado di schiacciare quel capitale sociale che è proprio del popolo italiano che si è costruito in anni e anni di storia.
Il giornalista Carmelo Sardo che lo ha intervistato è incuriosita dagli schemi e dalle tabelle presenti nel suo libro, e soprattutto gli chiede il perché di quelle tre C. Esse si riferiscono: ai complici, quelli del concorso esterno, ai codardi de “La mafia a Milano non esiste” e ai cretini, ricordando il famoso aneddoto di Falcone.
Tutto questo non è che rivolto ai giovani, dai quali Nando dalla Chiesa avverte un forte senso di scoraggiamento. Lo dimostra anche concretamente, facendo l’esempio del valore di una tangente, che ha calcolato proprio insieme ai suoi studenti: equivale a duemila assegni di ricerca, soldi che quindi vengono tolti ai giovani laureati. Per questo ci si deve sforzare di proporre degli esempi nuovi, degli esempi contrari a quelli del cretino. E il professore lo fa quotidianamente nella sua università, ma anche nel resto d’Italia.
Anche al festival le sue parole hanno avuto un eco tra i giovani volontari e non solo; in poco tempo le copie del suo libro sono state vendute e al termine dell’incontro in molti hanno circondato Nando dalla Chiesa per poter avere una dedica sul libro che lui pazientemente ha concesso.