10 febbraio 1986-10 febbraio2016. Trent’anni esatti oggi da quando si sono aperte per la prima volta le porte dell’Aula Bunker di Palermo per il Maxiprocesso. L’aula blindatissima del carcere dell’Ucciardone che fu costruita apposta per celebrare lo storico processo contro Cosa nostra dopo le dichiarazioni rivoluzionarie di Tommaso Buscetta sull’esistenza e sulla struttura di Cosa nostra e che oggi, dal 2002, ospita invece bambini da tutta Italia e importanti esponenti delle istituzioni siciliane e nazionali per celebrare la giornata in ricordo di Falcone e Borsellino, il 23 maggio di ogni anno.

In occasione di questo anniversario, abbiamo pensato di proporvi un’immagine. Lo scopo non è, ovviamente, esaurire in essa tutto ciò che c’è da sapere sul Maxiprocesso (scopo per cui rimandiamo alla relativa voce curata da WikiMafia); piuttosto, puntare un fascio di luce su un evento di tale portata per l’Italia e per il movimento antimafia da cambiare per sempre la storia giuridica, istituzionale, civile, sociale e culturale di questo Paese in tema di lotta alla mafia.

Finalmente la mafia siciliana aveva un nome e un’organizzazione, altro che folclore. Finalmente chi era mafioso poteva essere condannato per questo, altro che assoluzione per insufficienza di prove. Finalmente la magistratura, ma questo grazie alla legge Rognoni-La Torre del 1982, aveva un’arma per porre fine all’impunità mafiosa. Finalmente chi piangeva un proprio caro poteva legittimamente chiedere, sì, ma anche ottenere giustizia.

E siccome ci avviciniamo al 21 marzo, Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie (che quest’anno si terrà a Messina ma anche in altre piazze, tra cui Milano), abbiamo un motivo in più per non dimenticare e arrivare a quel giorno con accresciuta consapevolezza.

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