Di Giorgia Venturini
È meglio prepararsi. Tenersi pronti. Perché questo non è un viaggio qualsiasi. Per questo viaggio non basta chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare dall’immaginazione. Né, tanto meno, collegarsi a internet e scegliere la meta esotica preferita. Non occorrono biglietti e fantasia. Per questo viaggio occorre un’idea. Forte. E, perché no, anche un pizzico di sana avventura. Proprio quello che non manca a quattro quarantenni comaschi, Alberto, Andrea, Ettore e Claudio, che rincorrono il sogno di vedere l’Italia unita per la legalità. Da nord a sud. Da Milano a Palermo. Dal profitto mafioso alle radici di una criminalità organizzata sempre più dominatrice di tempo e spazio. Un viaggio andata e ritorno, dunque, contro tutte le mafie per dimostrare che, alla fine, queste due città, seppur con storie diverse, non sono così tanto lontane. Un viaggio che lascia tutti a fiato sospeso. Non solo per il messaggio che questi eterni amici sono pronti a gridare per tutta Italia, ma anche perché, per questa avventura azzurra, si affidano ai motori di quattro Vespe anni ’80 targate CO, le loro ragazze, come amano definirle.
Uni(Ami)amo l’Italia in Vespa e Libertà è un progetto nuovo, che nasce quasi un anno fa. Il 23 maggio per l’esattezza. Sotto l’Albero di Falcone, in occasione del ricordo che, vent’anni dopo, la città di Milano dedica alle vittime della strage di Capaci: Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e i tre agenti di scorta Rocco Dicillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro. <<Abbiamo sentito il bisogno di una riflessione. Di trasportare l’Italia in un nuovo periodo storico senza, però, dimenticare il passato – ha precisato Alberto insieme agli altri vespisti in conferenza stampa, a Como, lo scorso 17 aprile, in cui ha presenziato anche il sindaco Mario Lucini – Siamo convinti che la nostra generazione debba seguire l’indicazione del Presidente della Repubblica che, nel giorno della commemorazione, ha invitato i ragazzi a rinnovare la politica e la società, nel segno della legalità e della trasparenza>>. E così sono scesi in strada. Senza lasciare nulla al caso. Decisi. Sicuri. Certi del loro progetto di libertà. Solo pochi bagagli e un regalo importante. Una piccola bandiera tricolore. La stessa che la Presidenza della Repubblica, lo scorso 8 ottobre, ha voluto donare a loro. Come per ricordare tappa dopo tappa, che, nonostante tutto, vale la pena lottare per questo Paese e liberarlo da mafia e corruzione è diventato, ormai, un dovere di tutti i cittadini.
Pronti, partenza e via, dunque. In viaggio per tutto lo stivale ripercorrendo i luoghi simbolo del passato e del presente del nostro Paese. Le vespe accenderanno i motori il 24 aprile da Maslianico (Co), attraverseranno Como dove, davanti al monumento della Resistenza Europea, ad augurare loro buon viaggio, ci saranno il sindaco, il prefetto e il vescovo. Poche ore dopo, tappa a Milano. Ai Giardini di Falcone, in via Benedetto Marcello, dove ad accoglierli tra molti ci sarà, anche, Giuseppe Teri per Libera formazione scuole, Nando Dalla Chiesa, presidente onorario di Libera e presidente del Comitato antimafia di Milano e David Gentili, presidente della Commissione consiliare antimafia milanese. La prima giornata terminerà a Novi di Modena, nella piccola cittadina duramente colpita dal terremoto dell’Emilia nel maggio 2012. Festeggeranno il 25 aprile a Marzabotto (Bo), alle pendici del Monte Sole, luogo delle stragi compiute dalle truppe naziste tra il 29 settembre e il 5 ottobre del 1944. Il giorno successivo, invece, faranno tappa a Firenze, nell’incontro di testimonianza e impegno di don Alessandro Santoro e della Comunità delle Piagge. Il viaggio proseguirà alla volta di Popoli (Pescara), il 27 aprile, e Pollica (Salerno) il 28, nel paese del sindaco Angelo Vassallo, ucciso il 5 settembre del 2010 mentre rincasava a bordo della sua macchina. Un omicidio, secondo il pubblico ministero Luigi Rocco, commissionato dalla camorra al fine di punire un rappresentante delle istituzioni perché si era opposto a pratiche illecite. Gli ultimi tre giorni saranno in terra di ‘ndrangheta e di mafia. Prima a Gioia Tauro (Reggio Calabria), il grande porto industriale pensato negli anni novanta come sede del quinto centro siderurgico, ma che, però, abbandonato il progetto, divenne centro di scalo dei traffici illeciti della ‘Ndrangheta dal 1995 quando si costituì la società di transhipment Medcenter Container Terminal del ligure Angelo Ravano. Poi, le vespe toccheranno i territori di Libera Terra di Cefalù e di Palermo, dove termineranno il viaggio, il 1 maggio, a Portella della Ginestra. Sessant’anni dopo la tragica strage di contadini, ad accoglierli su quelle terre ci sarà anche la Presidentessa della Camera, Laura Boldrini.
È un viaggio lungo. Emotivo. È un viaggio che costringerà i nostri quattro avventurieri a rallentare e riflettere. È un messaggio di speranza. E come diceva il poeta Antonio Machado: << Tu che sei in viaggio, sono le tue orme la strada, nient’altro; tu che sei in viaggio, non sei su una strada, la strada la fai tu andando. Mentre vai si fa la strada e guardando indietro vedrai il sentiero che mai più calpesterai. Tu che sei in viaggio, non hai una strada, ma solo scie nel mare>>.
Buon viaggio ragazzi!