Il tre settembre 2015 Milano ha voluto ricordare il Generale Carlo Alberto dalla Chiesa, sua moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo, uccisi per mano della mafia lo stesso giorno di trentatre anni fa. Sono venuti in tanti, giovani e anziani, ognuno con un suo pensiero, un ricordo da dedicare a uno dei simboli dell’antimafia del nostro paese. La commemorazione, organizzata da Libera, si è tenuta in Piazza Diaz, a fianco al duomo di Milano, davanti all’autorevole monumento dedicato ai carabinieri caduti nella lotta al terrorismo, che proprio il Generale aveva fortemente voluto. All’ombra del monumento, c’è la targa in memoria di Carlo Alberto dalla Chiesa, area da poco riqualificata e ora accessibile a tutti i cittadini.
In molti hanno voluto rendere omaggio al Generale. Lo ha fatto il Professor Carlo Smuraglia, presidente nazionale A.N.P.I., che ha ricordato le responsabilità che lo Stato Italiano e la società civile si devono assumere di fronte al problema mafioso. Senza una reale presa di coscienza e un impegno comune potremo vincere delle battaglie ma non la guerra contro le mafie, e non saremmo riconoscenti verso personaggi come il Generale, che hanno dato la propria vita per combattere la mafia. Era presente anche il Movimento delle Agende Rosse che ha voluto dedicare alla memoria del Generale, di sua moglie e dell’agente di scorta la poesia “Lamento pi tri palummi” scritta dalla poetessa Lina La Mattina. La vita di Carlo Alberto dalla Chiesa è stata poi raccontata da un brano scritto dal giornalista Attilio Bolzoni, letto da Filippo Ughi e accompagnato dal maestro Raffaele Kohler.
Quest’anno la commemorazione di Milano ha visto la presenza del Professore Nando dalla Chiesa, figlio del Generale, che ha scelto di ricordare suo padre a Milano piuttosto che a Palermo come fa tutti gli anni. Il professore ha voluto sottolineare l’importanza della memoria che è “cosa delicata da maneggiare” e spesso tendiamo a ricordare solo alcuni particolari. Proprio per questo, dice dalla Chiesa: “la memoria va coltivata”, va allenata continuamente e le commemorazioni hanno un ruolo importante da questo punto di vista. Il professore non può nemmeno dimenticare che quando suo padre era prefetto di Palermo, un altro prefetto, quello di Catania, negava la presenza della mafia in città, pur facendosi fotografare in presenza di autorevoli esponenti di Cosa Nostra. “E’ questa mescolanza – aggiunge Nando dalla Chiesa- all’interno delle istituzioni e della società civile, tra chi lotta la mafia e chi è colluso, ciò di cui ci dobbiamo liberare. Il segreto della forza mafiosa sta in questa mescolanza continua, che non finisce mai, condivisa, che non viene interrogata mai a fondo”.
Nando dalla Chiesa ha voluto ringraziare particolarmente Rosario Pantaleo, consigliere comunale di Milano, per avere reso lo spazio dedicato a suo padre un’area fruibile a tutti i cittadini, un luogo di memoria civile. E’ stata una scelta della famiglia dalla Chiesa, quella di scommettere sulla memoria popolare per trasmettere il ricordo del Generale. “Una memoria che passi attraverso le genti d’Italia – sostiene il Professore dalla Chiesa- attraverso le commemorazioni , narrazioni orali e docu-film. In questo modo si partecipa alla conoscenza e questa lapide acquista significato e questo sta a noi garantirlo”.