di Giorgia Venturini
Controllavano lo spaccio dell’area nord di Napoli e costringevano i circa 120 ambulanti del mercato settimanale vicino alla villa comunale di Scampia a versare all’organizzazione criminale una tangente. E ancora: progettavano rapine all’ufficio postale di San Pietro e al deposito dell’area commerciale di Calata Capodichino. Martedì mattina una nuova operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo campano ha decapitato il clan camorristico ‘La Vanella Grassi’: il gip ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 51 persone indagate, a vario titolo, per associazione di stampo mafioso, associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di droga, estorsione aggravata, porto e detenzione di armi. Scampia, Secondigliano e San Pietro a Patierno si sono svegliati con le pale degli elicotteri e le sirene di polizia e carabinieri: scene che non si vedevano da quando le strade della zona erano insanguinate da regolamenti di conti e agguati.
Secondo quanto ricostruito, il clan appoggiava la famiglia dei Di Lauro prima di confluire nel cartello scissionista degli Amato Pagano e diventare un gruppo criminale autonomo dopo la faida del 2012-2013 contro gli Abete-Abbinante. Stando alle indagini, iniziate dal 2016 e coordinante dalla Dda, l’organizzazione criminale ‘La Vanella Grassi’ operava in gruppi separati, tutti sotto gli ordini di Salvatore Petriccione: il primo gruppo è quello dei Grimaldi, operativi sulla zona di San Pietro a Patierno, il secondo quello degli Angrisano, attivi a Scampia. A questi si aggiungono anche altri esponenti del clan nel territorio di Secondigliano.
Petriccione, seppur in carcere, attraverso i colloqui con parenti e amici sarebbe riuscito a impartire ordine all’esterno e a dirigere gli affari dell’organizzazione criminale. A tenere uniti i gruppi, che hanno vissuto momenti di tensione, sono gli affari, primo tra tutti il traffico di droga. “Riescono – spiegano gli investigatori – a controllare l’acquisto di ingenti quantitativi di stupefacenti e la loro distribuzione attraverso il duplice sistema della vendita all’ingrosso e la cessione al dettaglio della droga attraverso il sistema delle piazze di spaccio”. Nemmeno il lockdown, con le conseguenti restrizioni alla mobilità, ha limitato questa attività di camorra.