di Claudio Campesi

Sono cominciati i lavori per la costruzione del ponte che collegherà Milano alla Calabria. Tranquilli, non si tratta di una fantascientifica opera pubblica bensì di una grande operazione culturale, l’ideazione di un movimento civile e d’opinione che metta in contatto costante e partecipato due territori situati agli estremi opposti del Bel Paese. L’intento primario è quello di unire le due realtà nel rifiuto e nel contrasto alle logiche e al potere della ‘ndrangheta.

Come nasce l’idea
E’ proprio in terra di Calabria, e più precisamente ad Isola di Capo Rizzuto, che, nell’estate del 2016, comincia a farsi strada la necessità di agire per dar voce alla Calabria antimafiosa. Un gruppo di ricercatori e di studenti universitari, milanesi e autoctoni, guidati dal professore Nando dalla Chiesa, partecipa al progetto di “Università Itinerante” proprio nel comune calabrese e all’interno di un bene confiscato. Una settimana di full immersion nel territorio che un tempo risplendeva dei fasti di derivazione magnogreca e che purtroppo le cronache giornalistiche attuali ci presentano come “feudo degli Arena”, la più potente ‘ndrina del crotonese.
Lezioni interattive, seminari di gruppo, visite archeologiche ed incontri con testimonianze della società civile locale, dagli amministratori pubblici ai magistrati fino ad arrivare agli educatori, al mondo universitario e ai giornalisti sul campo. Un insieme di forti esperienze che lasciano al gruppo di studio la certezza che esista un’importante fetta di popolazione calabrese che da tempo ha alzato la testa contro lo strapotere mafioso e che per questo non va lasciata sola in questa battaglia. Da qui l’idea del Ponte, dell’abbattimento cioè di quella cortina d’isolamento che spesso avvolge chi sfida la ‘ndrangheta, sia nei territori d’origine sia al Nord, rilanciata con vigore e commozione proprio dall’intervento di Nando dalla Chiesa tenuto nell’ottobre del 2016 a Corsico (MI) per sostenere l’operato dell’ex sindaca e consigliera comunale, Maria Ferrucci, minacciata dai clan per essersi opposta alla realizzazione di una sagra calabrese patrocinata dall’amministrazione comunale, nonostante tra gli organizzatori comparisse tale Vincenzo Musitano, risultato essere il genero di un potente boss della Locride, Giuseppe Perre.

Un’idea, quella del Ponte, che ha poi iniziato a prender forma dal basso, con la straordinaria partecipazione di più di 25 mila persone, provenienti da tutta Italia, alla XXII° giornata nazionale in ricordo delle vittime innocenti delle mafie; una manifestazione che ha dato vita a Locri ad un 21 Marzo all’insegna della memoria e dell’impegno.

Come procedere
È attraverso l’impegno condiviso di tutti coloro che vogliano far parte di questa rivoluzione culturale, dagli studenti ai volontari fino ad arrivare a tutti i cittadini, che questo ponte sarà effettivamente percorribile. Una mobilitazione che dia risalto in primis alle storie della Calabria, ma anche alle esperienze della società milanese che resiste ai clan, narrazioni di vite di persone comuni che non vanno lasciate sole. Il percorso è già iniziato con il racconto ai microfoni di Radio Popolare dell’esperienza dell’imprenditore di Palmi (RC), Gaetano Saffioti, oggi testimone di giustizia per aver scelto di non pagare il pizzo e di non cedere quindi alle estorsioni dei clan. Il Ponte non ha come unico obiettivo quello di far conoscere la Calabria antimafiosa all’infuori dei confini regionali ma intende creare una memoria condivisa, da Sud a Nord, che funga da modello emulativo per dimostrare che un cambiamento è possibile, che non dovrebbero esistere eroi isolati ma onesti cittadini uniti, che si può combattere la ‘ndrangheta se ci si muove insieme.

Non solo: la denuncia della violazione sistematica dei diritti fondamentali, che avviene ovunque sia presente la ‘ndrangheta – come limpidamente spiegato dalla ricercatrice precaria calabrese Sabrina Garofalo a Radio Popolare – rientra nella missione del Ponte.

Ecco quindi il perché questo movimento d’opinione è orientato anche allo scambio reciproco di buone pratiche, dall’ambito scolastico a quello delle professioni, che possa servire a creare una cultura, patrimonio condiviso da Nord a Sud, antitetica all’operare dell’Onorata Società. Una rete di relazioni che possa estendersi e fortificarsi nel tempo.

Il prossimo grande appuntamento milanese sarà quello delle commemorazioni della Strage di Capaci del 23 Maggio intitolato “L’eredità di Falcone e Borsellino nella Calabria che si ribella”. Il consueto appuntamento per la cittadinanza milanese è alle 16.45 presso i Giardini Falcone e Borsellino di via Benedetto Marcello, di fronte al Liceo Volta dove di pomeriggio ci saranno diversi laboratori antimafia con gli studenti.

I lavori sono iniziati. Ora serve solo cominciare a camminare assieme.

*Per rimanere aggiornati e partecipare attivamente visitate la pagina Facebook e l’account Twitter del Ponte Milano-Calabria

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