di Osservatorio No Mafie (Libera Biella)

“Biella tra ‘I monte e il verdeggiar de’ piani lieta guardante l’ubere convalle…”
Questi versi di una nota poesia di Giosuè Carducci (“Piemonte”), evocano per la maggior parte dell’immaginario collettivo, biellese e non solo, un’immagine quasi bucolica di una città tranquilla e operosa, un’oasi felice si direbbe con un luogo comune… ma non è proprio così.
Da quanto emerge dal lavoro dell’Osservatorio di Libera Biella e di NOmafiebiella, lavoro di lettura e analisi dei giornali locali iniziata nel 2012 (a tutt’oggi circa 3500 articoli catalogati), anche nel nostro Biellese le mafie sono ben presenti e ne sono la riprova le operazioni delle Forze dell’Ordine di Biella, in collaborazione con la Direzione Distrettuale Antimafia di diverse città.
Nel presentare quindi il nostro lavoro partiamo proprio da un delle più importanti operazioni antimafia che hanno riguardato il nostro territorio.
È il 2014 quando a Biella si ha per la prima volta l’evidenza che la ‘ndrangheta opera sul territorio. Avviene con il sequestro da parte della Direzione Distrettuale Antimafia del Tribunale di Milano dell’ingente patrimonio immobiliare che i fratelli Rocco e Domenico Cristodaro possiedono nei territori di Milano, Bergamo, Crema, Cremona e Biella.
I due uomini sono di origine calabrese. Da tempo la Squadra Mobile milanese, guidata dal Procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dal sostituto Procuratore Alessandra Dolci, in collaborazione con il comando provinciale della Guardia di Finanza di Cremona e i Carabinieri di Milano, indaga sui traffici dei fratelli Cristodaro.
Dagli inquirenti i due sono considerati i “contabili di Cosa Nostra”, secondo quanto rilevato nella lunga indagine iniziata a settembre del 2013.
All’epoca le Forze dell’Ordine avevano concentrato la loro attenzione su Cinzia Mangano, figlia dello stalliere di Arcore, e sul cognato Enrico Di Grusa. In questa prima fase dell’indagine i due furono arrestati con la confisca di beni per 3 milioni di euro. Le Forze dell’Ordine verificarono che i due, insieme a diversi complici, avevano emesso fatture false per 650mila euro.
A quel punto le indagini sono proseguite sulle tracce dei professionisti che avevano collaborato con Vittorio Mangano, lo stalliere di Berlusconi.
Viene individuato il nome di Rocco Cristodaro, commercialista calabrese, titolare di società che erano già state sottoposte a diverse perquisizioni a partire dal 2003.
Cristodaro è ritenuto uno dei contabili del clan Mangano e insieme al fratello Domenico è sospettato di avere sottratto 128 milioni al fisco sfruttando una rete di prestanomi e società fittizie, di aver prodotto fatture false per 94 milioni e aver assunto lavoratori irregolari.
Il nome dei Cristodaro è legato anche alla fazenda “Rocco”, in provincia di Cremona, dove vengono allevati cavalli e animali esotici.
Nel luglio del 2014 i due fratelli sono accusati di associazione per delinquere di stampo mafioso. Vengono posti sotto sequestro preventivo 124 proprietà, 81 conti correnti, 2 automobili, 3 società e la fazenda.
Per quanto riguarda il Biellese il sequestro ammonta a un patrimonio di 700.000 euro, composto da 7 case e appartamenti, 1 garage, 43 terreni e una cascina, situati nei territori di Valle Mosso, Valle San Nicolao e Strona.
Nel 2016 alcuni dei beni posti sotto sequestro vengono definitivamente confiscati. Nel mese di luglio il comune di Valle San Nicolao ottiene un immobile, mentre per quanto riguarda le proprietà nei territori di Strona e Valle Mosso non c’è ancora alcuna comunicazione da parte dell’ANBSC, l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati alla criminalità organizzata.
Quanto ai fratelli Cristodaro, l’ultima sentenza risale al 15 giugno 2017, con la conferma della sorveglianza speciale e l’obbligo di soggiorno per Rocco Cristodaro.
Nella zona di Palazzo Pignano, a Crema, dove si trova la fazenda “Rocco”, c’è un clima di indifferenza sociale e connivenza politica.
Lo conferma il referente del presidio di Libera di Crema, che racconta di come ci sia chi, in paese, consideri Cristodaro una sorta di benefattore.

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