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La redazione reputa importante dare risalto all’appello di Francesca Viscone:

Francesco Sbano, produttore della trilogia Musica della Mafia, è stato invitato dalla Casa delle Culture al festival multiculturale che si tiene ogni anno a Berlino. Nella giornata dedicata alla cattiva musica, parlerà della musica della ‘ndrangheta come l’autentica musica popolare calabrese e della ndrangheta come fenomeno culturale. i tedeschi la devono smettere di credere che le mafie siano uno stile di vita. Sono fenomeni criminali, che hanno causato migliaia di morti e mettono in discussione ogni giorno la democrazia. Riconoscere usi e costumi atrui non significa giiustificare azioni e organizzazioni che ledono i diritti umani. La volgarizzazione dell’etnologia si è spinta fino al punto da far considerare pratiche come l’infibulazione o il delitto d’onore, e, perché no, il cannibalismo, come usi e costumi di minoranze etniche. Questa è davvero la più profonda e la più pericolosa ignoranza. Ricordate il giudice berlinese che assolse uno stupratore perché “sardo”? Siamo a questo punto. Spacciare la mafia e le canzoni di ndrangheta come fenomeni culturali, è la stessa cosa. Per protestare si puo inviare una mail, anche in italiano, a info@hkw.de.

Reputiamo inammissibile che vengano spacciate per canzoni tradizionali calabresi o di altre regioni del sud, musica fatta a tavolino per inneggiare la criminalità organizzata. Noi di stampoantimafioso.it avevamo già parlato dell’attacco culturale in atto all’estero per far passare la ‘ndrangheta, la mafia e la camorra come fenomenti folkloristici anzichè come gravi minacce del tessuto sociale, economico e politico. Auspichiamo, oltre che email di protesta giungano agli organizzatori dell’evento, una presa di posizione delle Istituzioni italiane. Di seguito un testo che potete utilizzare per le email:

Egregio Prof. Dr. Bernd M. Scherer, direttore della Haus der Kulturen der Welt
Ai sostenitori della Haus der Kulturen der Welt per conoscenza: Sig. Westerwelle, Ministro degli Esteri
Sig. Neumann, delegato del Governo per i Media e Cultura
La Haus der Kulturen der Welt a Berlino ha in programma per domenica 27 ottobre 2013, una tavola rotonda sul tema “La musica della mafia” (“Die Musik der Mafia”). Gli organizzatori di tale manifestazione hanno chiamato tra i relatori il fotografo Francesco Sbano, il quale da anni pubblica raccolte musicali di “canzoni della mafia”. Noi siamo profondamente critici nei confronti di questa scelta e vogliamo qui esprimere il nostro dissenso per le seguenti ragioni.
È totalmente assente fino ad oggi nelle opere e nella posizione di Francesco Sbano un punto di vista critico nei confronti del fenomeno mafioso, tanto meno una presa di posizione di estraneità e distanza rispetto ad esso. Ancora una volta nelle canzoni pubblicate da Sbano i gruppi criminali vengono glorificati e giustificati nella loro esistenza come elemento culturale e folkloristico. Egli raccoglie testi che raccontano di mafia e soprattutto dei suoi colpevoli, tagliando così fuori le voci e i punti i vista delle vittime della mafia. In considerazione della sofferenza e dell’immenso pericolo che il rafforzarsi delle organizzazioni mafiose rappresenta per lo Stato di diritto, per il funzionamento del sistema economico e politico fondato su basi democratiche, ciò non può essere tollerato.
Le canzoni pubblicate da Sbano celebrano e mitizzano la mafia, come ad esempio la canzone “Ammazzaru lu Generali”, sull’omicidio del Generale Alberto Dalla Chiesa nel 1982, che recita: “Hanno ucciso il prefetto di Palermo/ non ha avuto neanche il tempo di pregare/ l’hanno mandato dritto al Padre Eterno […] La mafia è una legge criminale/ loro ti lasciano in pace se ne stai fuori/ ma se la vai a stuzzicare/ Allora in quel momento lei si muove/ ma forse Dalla Chiesa non lo sapeva/ pensava tante cose/si sentiva pure troppo sicuro”.Dal momento in cui questi testi si presentano senza alcun commento, permettono una derisione della figura e della vita del generale che ha lottato la mafia a Palermo per dare un futuro alla Sicilia senza più vittime di mafia.
Alla Haus der Kulturen der Welt rimproveriamo la scelta acritica che ha operato, offrendo a Sbano un microfono e una cassa di risonanza per quella già tristemente conosciuta relativizzazione e pubblicizzazione delle attività mafiose che mette in pericolo non solo il governo italiano ma anche le economie pulite mondiali.
In questo modo la Haus der Kulturen der Welt promuove un punto di vista unilaterale e non lascia invece spazio alle altre voci dei movimenti che da anni informano l’opinione pubblica sulle crescenti minacce dalle organizzazioni mafiose.
La Haus Kulturen der Welt alimenta con questo tipo di manifestazione una rappresentazione estremamente semplificata della mafia, rinunciando invece all’opportunità di sviluppare un’analisi più illuminata, come converrebbe in un’istituzione come essa. Questo non è né nell’interesse dell’istituzione stessa, né dei suoi sostenitori.

Cordiali Saluti.

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