di Giorgia Venturini
Più che una sorpresa, è stata un’umiliazione. Perché dell’esistenza della ‘ndrangheta nella provincia di Lecco se ne parla e denuncia da anni. Quel ramo del lago di Como che volge a Mezzogiorno, di cui Manzoni ha scritto e romanzato, è stato già tra gli imputati negli anni novanta dell’operazione denominata Wall Street, la prima operazione ad accertare la presenza in provincia della ‘ndrina che fa capo alla famiglia Trovato, e riconfermata nel 2010 con l’operazione Infinito.
Quello che stupisce e che umilia, però, è che il connubio tra organizzazione criminale e rappresentanti politici, tra ‘ndrangheta e corruzione, sembra, ancora oggi, non avere una fine.
A scuotere la testa in gesto di disapprovazione, all’inizio del mese scorso, sono stati i cittadini di Valmadrera, quando l’operazione Metastasi coordinata dal procuratore aggiunto Ilda Bocassini e dai pm Claudio Gittardi e Bruna Albertini, ha portato all’arresto del loro sindaco Marco Rusconi, 37 anni. Ecco che ancora quello che tutti dicono di volersi lasciare alle spalle ritorna senza dubbi e giustificazioni. Secondo la Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, Rusconi, dal 2009 impegnato politicamente nella lista civica “Progetto Valmadrera”, avrebbe accettato, nell’aprile del 2011, 10 mila euro da Mario Trovato, esponente ‘ndranghetista della Locale di Lecco e fratello del boss Franco Coco Trovato già da 20 anni in carcere, come compenso della cessione dell’area comunale del lido di Valmadrera alla società Lido di Parè s.r.l di cui Trovato è a capo.
Il sindaco di Valmadrera non sarebbe però l’unico attore di questo spettacolo di mala-politica e corruzione. Altro esponente politico alle direttive di Mario Trovato è l’ormai ex consigliere del comune di Lecco Ernesto Palermo, classe 1968, che, al tempo della cessione del lido, era membro della commissione lavori pubblici e patrimonio. Proprio questo suo ruolo gli avrebbe facilitato l’intervento su gare di appalti e modifiche del piano di governo del territorio per favorire gli interessi dell’associazione mafiosa. Ma dalle indagine emerge di più. Palermo, anche insegnante in un istituto professionale, avrebbe partecipato, insieme a Mario Trovato, ad attività estorsive a danno di esercizi commerciali di Lecco con l’aggravante di aver usufruito delle armi durante l’intimidazione. Infatti i due avrebbero offerto protezione all’imprenditore Leonardo Cadeddu proprietario del ristorante Old Wild Cafè in cambio di un compenso in denaro. Quest’ultimo però si sarebbe rifiutato scatenando l’immediata vendetta: il 16 gennaio 2012, danneggiarono le vetrine del locale a colpi di pistola e il giorno successivo riproposero l’offerta al titolare e alla società che gestiva il locale GIMA sviluppo franchising.
Sarebbe, invece, prosciolto da qualsiasi accusa il sindaco di Lecco Virginio Brivio. Il suo coinvolgimento nella vicenda del Lido di Valmadrera non configurerebbe in un reato penale. Stando ad alcune intercettazioni telefoniche, però, Palermo avrebbe riferito al sindaco che ci sarebbero state drastiche conseguenze nei confronti delle strutture già edificate nella zona del lido se la gara di appalto non si fosse conclusa a vantaggio dell’organizzazione. E non solo. Secondo quanto affermato da Ilda Bocassini è difficile pensare che un cittadino, anche il più sprovveduto, non conosca l’importanza dei Trovato a Lecco.
Oggi, però, a un mese di distanza rimane la rabbia, se non la paura, che la provincia di Lecco, una tra le più belle d’Italia, oltretutto, diventi un pietoso impasto di politica e mafia. È ora di reagire. Di dare fiducia a cittadini troppo spesso traditi. Confusi soprattutto in tempo di elezioni, come in questi mesi, quando ti chiedi se il tuo voto servirà a premiare una persona onesta o a favorire un’altra amicizia tra politica e mafia.