MAI PIU’
Il magistrato antimafia e i suoi angeli custodi.
Paolo Borsellino e gli uomini della scorta.
Paolo ed Emanuela. Vincenzo e Agostino. Walter e Claudio.
Cinquantasette giorni dopo Capaci, via D’Amelio.
19 luglio 1992. Palermo.
Ore 16.58: un campanello suona.
Un boato fa tremare l’intera città.
Macchine carbonizzate. Il muro del palazzo sventrato.
Pezzi di carne umana mischiata a frammenti metallici.
Corpi divisi dall’esplosione. Resti di Emanuela al terzo piano.
Una strage.
Paolo non c’è più. E i suoi angeli con lui.
“È finito tutto”. L’antimafia ha perso un’altra vita.
Una vita fatta a pezzi in un secondo, davanti a sua madre, che lo aspettava.
Una vita vissuta in quella terra bellissima e maledettamente omertosa.
Una vita spesa a denunciare e combattere Cosa Nostra, la mafia.
Una vita senza mai piegarsi al sopruso, all’intimidazione, alla violenza.
Una vita di gioie e di dolori. Una vita di vittorie e di sconfitte.
Una vita lavorando per i più giovani, per il cambiamento, per un’Italia giusta.
Una vita da magistrato e da cittadino. Una vita da marito e da padre.
Una vita onesta. Una vita coraggiosa.
Cento chili di tritolo firmati Cosa Nostra.
“Dopo Giovanni, il prossimo sarò io.”
Cinquantasette giorni da condannato a morte.
Cinquantasette giorni di lavoro ininterrotto. Intenso, faticoso.
Cinquantasette giorni con un’agenda rossa.
Cinquantasette giorni di indizi, di prove, di scoperte inquietanti.
Cinquantasette giorni senza il tempo da dedicare alla famiglia.
E dopo quella tragica domenica di luglio?
Solo un costante intreccio di misteri, depistaggi e false verità.
E una battaglia discontinua alla criminalità organizzata.
Quando, quando la lotta alla mafia diventerà una priorità per questo Paese?