Presentata ieri a Palazzo Marino la prima relazione semestrale del Comitato Antimafia di Milano, conferenza stampa convocata dal sindaco Giuliano Pisapia oltre che dal comitato stesso. Relazione che si concentra su quattro aree tematiche: appalti, turismo e ristorazione, ortomercato e analisi dell’infiltrazione sul territorio. La relazione evidenzia anche l’antimafia sociale presente a Milano: lo stesso Presidente del Comitato, il professore Nando dalla Chiesa, specifica che pur essendoci tanta mafia a Milano è altresì vero che c’è anche tanta reazione, tanta antimafia. Infine il documento comprende anche delle proposte concrete e operative per migliorare la risposta della città contro la criminalità organizzata. Proposte che si incanalano su due assi principali: maggiori controlli, compresa una più attenta selezione del personale dedito alle verifiche e un’auspicabile aumento dei poteri del Sindaco, soprattutto in merito alle verifiche delle licenze commerciali.
Il lavoro certosino del Comitato Antimafia composto, oltre che dal già citato professore Nando dalla Chiesa, dall’ex magistrato Giuliano Turone, dal professore Luca Beltrami Gadola e dall’avvocato Umberto Ambrosoli è stato realizzato tramite audizione di associazioni, enti e di altre personalità ritenute importanti per delineare la situazione, c’è stato un confronto anche con la realtà torinese per comprendere l’approccio della criminalità organizzata ai grandi eventi (Olimpiadi 2006) e per prendere spunto dagli errori commessi nel tentativo fallito di tenere fuori la ‘ndrangheta dai lavori pubblici. In merito agli appalti, viene spiegata la difficoltà di base dovuta a una legislazione italiana complicata e farraginosa, distante dalla prassi e facilmente penetrabile dalla criminalità organizzata. Due i suggerimenti in merito:
1) una rotazione e un ricambio più dinamico dei decisori, nei singoli appalti e nelle commissioni aggiudicative. L’obiettivo ideale sarebbe quello in cui chi decide venga poi estromesso dalle conseguenze delle sue decisioni, un’altra figura decisionale dovrebbe subentrare e continuare il lavoro del primo. Staffetta che rende più complicata la corruzione che è l’habitat naturale dell’infiltrazione mafiosa;
2) potenziamento dei controlli, troppe poche le persone dedite a tale ruolo, ruolo delicato che necessità di competenza e autorevolezza morale.
La conferenza stampa mette in luce anche l’allarme dovuto, soprattutto in Lombardia, dell’infiltrazione nel settore della ristorazione: alberghi, ristoranti, discoteche. L’obiettivo è l’implementazione di indici che si otterranno dall’incrocio di dati pervenuti da varie istituzioni, per potere ottimizzare e meglio indirizzare i controlli. Si è ribadita la necessità di aumentare la legalità all’interno dell’ortomercato dove la situazione è critica, richiedendo o promuovendo la presenza stanziale di un presidio di agenti.
In conclusione, per ottobre, è stato annunciata una relazione sugli incendi dolosi agli esercizi commerciali, fenomeno che nell’ultimo periodo ha avuto un incremento preoccupante.