La libertà di stampa, o meglio, la mancanza di essa, è un grosso problema che colpisce il nostro Paese ma di cui spesso ci dimentichiamo. A Pavia, in occasione della IX rassegna “Mafie: legalità ed istituzioni”, ha illustrato questa emergenza l’attore e giornalista Saverio Tommasi, redattore della testata online Fanpage, con uno spettacolo/dibattito intitolato “Omertà tra intimidazioni e autocensura: la libertà d’informazione come contrasto alla criminalità mafiosa”. Già, perchè la mafia ha paura della corretta informazione e del fatto che si parli il più possibile di essa. Le notizie possono, secondo Tommasi, addirittura cambiare la storia; per esempio, nel caso del radicamento della ‘ndrangheta al nord, se si fosse raccontato subito ciò che stava accadendo, probabilmente lo sviluppo dei clan nei nostri territori sarebbe stato meno invadente e pericoloso. All’inizio del suo intervento, l’attore fiorentino ha dato una particolare definizione di divertimento sottolineando come non si tratti solo di “una mera risata ad una battuta, ma come un processo che prevede il costruire qualcosa di interessante stando insieme”. E’ proprio a questo che dovrebbe essere finalizzata l’informazione, utile per offrire alla collettività delle basi su cui costruire qualcosa. Tommasi si è poi concentrato sulla Toscana, sua Regione d’origine e territorio dove si concentra buona parte del suo lavoro. A Firenze, infatti, la cattiva informazione è forse più elevata che in altre città italiane. Nel capoluogo toscano si preferisce non fare domande, ma anzi, i giornalisti hanno un rapporto quasi amichevole con i vertici politici ed imprenditoriali, tanto da riferirsi a quest’ultimi chiamandoli colloquialmente per nome, a discapito di una credibilità nei confronti dei cittadini e dei lettori che dovrebbe essere alla base del mestiere giornalistico. “E’ come se – ha proseguito Tommasi – il giornalismo passasse da essere il cane da guardia del potere a essere il cucciolotto che lo insegue con la lingua di fuori”. L’autocensura a Firenze, ma più in generale in tutta Italia, è fortissima. Molti giornali e TV nazionali filtrano determinate notizie, perchè da quelle potrebbero uscirne altre scomode per qualche personaggio influente che magari ha a che fare con l’organo di stampa in questione. Nello spazio dedicato alle domande dei presenti, Tommasi ha poi avuto l’occasione di ricordare come l’Italia si trovi vergognosamente al 57° posto nella classifica mondiale della libertà di stampa, ”fatto molto grave per una Nazione che si professa civile”. L’ospite della serata ha voluto infine esortare i tanti giovani presenti ad avere il coraggio di osare. Solo osando possiamo cambiare le cose e, tramite le notizie, cambiare la storia del nostro Paese.
“Mafie: legalità ed istituzioni”, Saverio Tommasi parla della libertà d’informazione
da Pierfilippo Saviotti | Nov 28, 2013 | Milano/Lombardia