fiaccolata sestoFiamma viva. Non quella di sei giorni fa, che incendiò all’alba tre automobili in via Bandiera. Ma quella di speranza delle più di cento fiaccole accese dai partecipanti della manifestazione serale di venerdì 17 aprile. Una “Fiaccolata per non dimenticare”, organizzata dal Presidio Libera cittadino di Sesto San Giovanni, dedicato a Rita Atria e Giuseppe Valarioti. Una fiaccolata per ricordare tutte le vittime della criminalità organizzata, che per amore del proprio Paese e della propria professione non si sono mai piegate di fronte al sopruso e all’illegalità. Una fiaccolata anche per mantenere elevata l’attenzione sul tema dei beni confiscati, quel prezioso strumento di riutilizzo sociale degli immobili appartenuti per anni ai boss mafiosi.

Il tragitto non è casuale. Il ritrovo, infatti, è in via Marconi, esattamente davanti alla sede dell’informagiovani, un esempio positivo di come un bene confiscato possa diventare un polo fondamentale a livello cittadino. Il punto d’arrivo, invece, è il bene, tuttora inutilizzato, che una volta ospitava il nightclub Sayonara in Viale Gramsci. Ci sono tanti giovani sestesi. C’è l’infaticabile gruppo scout. Ci sono le famiglie con i bambini, così concentrati nel far sì che la fiamma non si spenga. Ci sono gli attivisti di Emergency. Ci sono le suore. C’è un uomo che sventola fiero la bandiera della pace. Ci sono i volti commossi di tutti i partecipanti. Perché non è una marcia qualsiasi. Ma una camminata lenta e silenziosa, che sa ascoltare il suono limpido emanato da un megafono: “Libero Grassi. Nicolò Azoti. Roberto Antiochia. Antonino Cassarà. Giuseppe Fava. Pietro Sanua (…)”. Sono i nomi e i cognomi delle persone che, dall’Unità d’Italia a oggi, hanno pagato il prezzo più alto nella lotta alla mafia. Per tutto il tragitto, le voci degli abitanti sestesi si sono alternate nel ricordare con forza l’impegno di questi uomini onesti e donne coraggiose.

Davanti all’ex nightclub Sayonara, il referente del Presidio Libera di Sesto San Giovanni Loris Mazzoleni ricorda a tutti l’importanza e il valore del riutilizzo sociale dei beni confiscati, augurandosi che presto si possa procedere a un’assegnazione in questo senso. La serata si conclude ai Giardini Campari con la lettura del tema di maturità di Rita Atria, scritto poco prima di morire. Quel “Forse, alla fine, insieme ce la faremo” è anche l’auspicio di Loris nell’affermare il valore fondamentale del “Noi” nella lotta alla mafia. Infine, intervengono due donne, entrambe Assessori del Comune di Sesto San Giovanni: Elena Iannizzi, Assessore alle politiche giovanili, e Rita Innocenti, Assessore alla Cultura. Ringraziando gli organizzatori, richiamano la difesa dei principi fondamentali della nostra Carta costituzionale, precisando che questa manifestazione è entrata a far parte degli eventi inerenti al settantesimo anniversario della Liberazione.

Mentre la vita serale cittadina proseguiva con naturalezza, più di un centinaio di abitanti sono scesi in piazza. Per ricordare il sacrificio di persone, che sono morte solamente perché svolgevano il proprio dovere. Per resistere ad un tentativo di colonizzazione operato dalle più spietate organizzazioni criminali nostrane.

Non aspettiamo altri morti per prendere finalmente coscienza che questo è un problema che ci riguarda molto da vicino. Non aspettiamo altro sangue per riempire le piazze. “Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita”, scriveva Antonio Gramsci. Cerchiamo di seguire la strada maestra dell’impegno quotidiano per l’affermazione della legalità. Perché oggi, anche e soprattutto nei nostri territori, chi tace diventa complice. E noi dobbiamo alzare la voce. Farci sentire.

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