di Adelia Pantano

La Mehari di GiancarloSiani a Trame5_installazione Renzo BellancaQuest’anno il Festival di TRAME, svoltosi a Lamezia Terme, era stato dedicato a tutti i Giovani favolosi. In particolar modo a Giancarlo Siani, la sua Méhari verde esposta al pubblico durante i cinque giorni della manifestazione lo testimoniava. In occasione del trentesimo anniversario della sua morte, il giornalista Roberto Paolo ha voluto donare alla Fondazione TRAME l’archivio contenente gli atti del processo.

Ospite durante una delle serate del festival, Roberto Paolo, giornalista del quotidiano Roma, aveva presentato il suo libro “Il caso non è chiuso. La verità sull’omicidio Siani” (Castelvecchi editore, 2014). Un lavoro di ricerca che ha portato alla riapertura da parte della Procura di Napoli dell’inchiesta sul giovane giornalista ucciso dalla camorra.

Durante l’incontro, Paolo aveva parlato di un movente “camorristico-mafioso”, per sottolineare come nell’uccisione di Siani fosse coinvolta anche Cosa Nostra. In particolare i rapporti tra le due organizzazioni criminali, sarebbero stati mantenuti da Giovanni Brusca, colui che azionò il telecomando nella strage di Capaci. Brusca, il cui coinvolgimento sarebbe testimoniato da alcune conversazioni avute con il clan Nuvoletta di Marano, più volte si era recato a Napoli per “insegnare ai camorristi come sciogliere le persone nell’acido”. Secondo la tesi sostenuta da Paolo, Giancarlo Siani sarebbe stato ucciso anche su pressione dei siciliani in seguito all’arresto di Valentino Gionta, il referente in Campania di Cosa Nostra. Proprio dopo l’episodio, il giovane Siani scrisse un articolo in cui affermava che “l’arresto di Gionta era stato il prezzo pagato dai Nuvoletta per giungere ad una pace con i Bardellino”. Parole queste, che non piacquero agli stessi Nuvoletta, considerati degli “infami e che costarono la vita al giornalista.

“Quello che si può trovare nell’archivio rappresenta il nucleo fondamentale a cui qualsiasi studioso, storico, giornalista, avvocato, studente, può attingere per comprendere qualcosa in più su come si sono svolti i fatti”, afferma il giornalista, che ha voluto ringraziare la fondazione TRAME per l’attenzione che quest’anno ha riservato a Giancarlo Siani. “I documenti pubblicati in questa prima fase sono forse i più importanti della storia processuale dell’omicidio Siani, – continua Paolo – ma sono pur tuttavia solo una parte dei ventuno provvedimenti giudiziari che hanno costellato questa vicenda processuale durata oltre quindici anni. Altri documenti saranno aggiunti nel prossimo futuro.”

Gli atti processuali sono disponibili e consultabili sul sito del Festival TRAME e contengono:

  • L’ordinanza di proscioglimento per Ciro Giuliano, Giorgio Rubolino, Giuseppe Calcavecchia e Alfonso Agnello, 22 dicembre 1988;
  • L’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Gionta Valentino, Nuvoletta Lorenzo, Nuvoletta Angelo e altri, 23 ottobre 1995;
  • Sentenza di primo grado contro mandanti ed esecutori del delitto Siani emessa dalla Corte d’Assise di Napoli, seconda sezione,14 aprile 1997
  • Sentenza di secondo grado contro mandanti ed esecutori del delitto Siani emessa con data 7 luglio 1999 prima sezione dalla Corte d’Assise d’appello di Napoli, ,
  • Sentenza di primo grado contro Ferdinando Cataldo. Corte d’Assise di Napoli, quinta sezione, pubblicata il 5 luglio 1999.

 

 

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