Loro sì che l’hanno avuto. Per decenni hanno avuto il coraggio di smaltire, versare e bruciare rifiuti speciali nelle terre della Campania Felix; per anni hanno avuto il coraggio di avvelenare le campagne, i suoi frutti e le generazioni future. Il triangolo della morte, una vasta area della provincia di Napoli e di Caserta compresa tra i comuni di Acerra, Nola, Marigliano e allargata a decine di municipalità: Terzigno, Caivano, Giugliano, Aversa, Cardito, Afragola, Casoria, Frattamaggiore, Marano, Casapesenna, Casal di Principe, Sant’antimo, Giugliano. Qui, in questa terra di disoccupazione e agricoltura dall’odore acre, si muore di tumore il 47% in più rispetto alla media nazionale, più di numerose realtà industriali italiane; questo è il dato di alcuni studi effettuati dall’Istituto nazionale di tumori in collaborazione con la Fondazione Pascale.
Da una parte si muore e si continuerà ad ammalarsi; dall’altra si vende. Frutta e verdura contaminata, retribuita a pochi centesimi dalla Grande Distribuzione che giunge sulle tavole dei consumatori. Nessuno escluso. Ma nella confusione e nell’allarmismo chi paga sono i contadini e i produttori onesti che hanno sempre difeso il loro territorio e che oggi non riescono più a vendere.
Il sistema criminale che ha avuto il coraggio di sterminare una terra fertile e prosperosa e con essa i suoi figli non è astratto. Ha nome e cognome; è fatto di imprenditori collusi, indifferenti o immorali attaccati al principio fondante del sistema economico: il denaro. E’ fatto di politici criminali, conniventi o cretini che hanno rivestito una carica pubblica in funzione di interessi personali. E’ fatto dalla camorra, l’organizzazione di stampo mafioso che si è sfamata, nutrita ed è ingrassata grazie a questo perverso triangolo: imprenditoria e politica al servizio della mafia.
E i cittadini? I cittadini distratti, come in molte parti d’Italia, per anni hanno smesso di essere attente sentinelle del proprio territorio; hanno chiuso gli occhi, girato la faccia, accettato soldi, venduto i terreni, sposato i figli. Oggi qualcosa si sta muovendo. Dopo la manifestazione del 26 Ottobre, i ragazzi del movimento #fiumeinpiena ne hanno indetta un’altra per ieri 16 novembre; secondo una prima stima oltre 70.000 persone erano presenti al corteo che ha attraversato Napoli per chiedere la fine di questa catastrofe immane; persone come singoli o riuniti in comitati hanno sfilato per tutta la città per dire stop al biocidio, per chiedere l’immediata bonifica e per dimostrare che non è più tempo di dire “Nun è cos ‘e nient”. E’ tempo di dire è cosa di tutti.