Lunedì 29 agosto 2011, Lecco

Il biglietto da visita recita così: “Ristorante – Pizzeria DEL GIGLIO di Rolando Coco”. Ma il tempo, all’interno del locale a Pescarenico, si è fermato. Si è fermato in un giorno del 1994, quando l’esercizio lecchese è stato confiscato e da allora molto probabilmente nessuno ci ha più messo piede. Ieri mattina i volontari di Libera, gli scout e gli operatori comunali hanno finalmente alzato le serrande e aperto le finestre in via Ghislanzoni, facendo filtrare un po’ d’aria in quei locali umidi e abbandonati da troppo tempo.

La curiosità per questo momento era tanta, si sapeva che quel luogo era stato dimenticato per parecchi anni e che la sua “riapertura” sarebbe stata un’occasione speciale, un inizio tanto atteso per poter cominciare a lavorare verso la trasformazione di un simbolo di mafia e illegalità in un bene pubblico e sociale.

Durante la mattinata, oltre al sindaco Virginio Brivio e all’assessore Michele Tavola, numerosi passanti si sono fermati a guardare dentro quelle porte aperte, alcuni confortati dal fatto che finalmente si sia deciso di intervenire, altri dubbiosi sulla effettiva realizzazione futura di uno spazio pubblico per anziani.

Lo scenario, all’interno, era sorprendente. Sembrava che varcando l’ingresso del locale al piano terra si tornasse indietro di 15 anni: dischi vinili di cantanti sconosciuti, menu con caffè a 1200 lire, lattine di Coca Cola e bottiglie di Sanbitter abbandonate nei cassetti, quotidiani datati 1993, il tutto coperto da un sottile strato di polvere grigia. La mancanza d’areazione e le infiltrazioni di umidità in tutti questi anni hanno provocato danni a tutte le pareti e i soffitti, anche se la stanza con la situazione più critica rimane la cucina, in uno stato davvero fatiscente.

Per tutta la mattina i volontari e gli operatori comunali hanno portato all’esterno sedie e tavoli che erano stati accatastati in due stanze della ex-pizzeria, hanno suddiviso e buttato i numerosi rifiuti presenti e hanno rinchiuso in scatoloni i documenti abbandonati all’interno dai proprietari. Anche nei prossimi due giorni i lavori di sgombero e pulizia della ex pizzeria “Del Giglio” da parte dei ragazzi e ragazze di E!STATE LIBERI! proseguiranno, per poi lasciare spazio alla restaurazione e riqualificazione dei locali per realizzare il progetto approvato all’unanimità dal consiglio comunale di Lecco di un centro per anziani.

Nel pomeriggio i volontari hanno vissuto un laboratorio interattivo sulla non-violenza tenuto da Pax Christi, mentre in serata si sono spostati alla Casa dei costruttori ANCE di Lecco, per l’incontro “Imprese e sindacati si organizzano: i patti per la legalità. Esperienze e prospettive”. Sono intervenuti il direttore dell’ANCE Paolo Cavallier, Claudio Cogliati della Filca (CISL), Giuseppe Cantatore della Fillea (CGIL) e Carmelo Orlando della Fillea (UIL). Nell’intervento introduttivo il moderatore Marco Deriu ha ricordato che in questa giornata cadeva l’anniversario della morte dell’imprenditore siciliano Libero Grassi, ucciso dalla mafia nel 1991 per aver rifiutato pubblicamente di pagare il pizzo ed aver denunciato i suoi estorsori.

Nel’incontro si è parlato del “Protocollo d’intesa” che le parti sociali e la provincia hanno redatto a Lecco con la finalità di controllare flussi del finanziamento delle opere pubbliche. I contenuti specifici di questo protocollo non sono ancora conosciuti, perché si attende la firma della Provincia per poterlo divulgare ed attuare pubblicamente. Secondo Cavallier, «l’aspetto di costruzione di una rete di controllo è molto importante nella lotta all’illegalità, perché più un territorio è presidiato e più diventa difficile infiltrarsi per le attività criminose». Cogliati e Cantatore hanno sottolineato quanto sia necessario  «sfatare il mito per cui quello edilizio sia l’unico settore a rischio infiltrazione, mentre in realtà anche i settori del commercio, della distribuzione e dell’alimentazione vanno considerati degni di attenzione e controllo». Carmelo Orlando ha affermato che «a Lecco fenomeni di infiltrazione mafiosa sui nostri cantieri si contano sulle dita di una mano, grazie anche al lavoro quotidiano di controllo e presidio portato avanti dai sindacati». Tenendo presente che la finalità della ‘ndrangheta è quella di prendere imprese in difficoltà per investire denaro ma anche per dare una dimostrazione di potere sul territorio, Giuseppe Cantatore ha suggerito che «quando un cittadino riscontra delle attività strane o sospette deve segnalarle alla pubblica amministrazione» per poter contribuire in questo modo a quella rete di controllo che impedisca l’infiltrazione mafiosa e criminale.

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