di Amedeo Paparoni

Sul web non è difficile trovare la fotografia di Pablo Escobar e di suo figlio Juan Pablo scattata davanti alla Casa Bianca di Washington. L’immagine risale al 1981, quando Escobar non era ancora considerato il nemico pubblico numero uno degli Stati Uniti e, pur correndo dei rischi, vi si recava spesso. A raccontarlo è il figlio del narcotrafficante che, nella sua autobiografia, ha scritto che Escobar prima di raggiungere l’iconico edificio presidenziale sfidò i controlli all’ingresso del vicino palazzo dell’FBI esibendo documenti falsi.

Pochi anni dopo, nel 1984, fu un’altra Casa Bianca ad apparire sui giornali, l’abitazione di Staten Island di Paul Castellano, capo della famiglia mafiosa dei Gambino di New York. L’edificio, soprannominato “La Casa Bianca” per il colore, le dimensioni e le due colonne neoclassiche all’ingresso, l’ottobre scorso è stato messo in vendita per 16,8 milioni di dollari, attirando l’attenzione di qualche curioso e conquistando lo spazio di un lungo articolo sul sito immobiliare idealista.it. Per i turisti attratti da questi luoghi macabri New York rappresenta una ricca fonte di posti da visitare. Navigando sul web non è difficile trovare diversi “New York Mafia Tour”, gite guidate disponibili in diverse lingue. Tra le tappe più macabre spiccano il luogo dell’omicidio del mafioso Joseph Colombo, un generico locale di Little Italy in cui si trova la presunta “stanza in cui si è formata la mafia”, e il 247 Mulberry Street, sempre a Little Italy, dove un tempo sorgeva il Ravenite Social Club, considerato il quartier generale della famiglia Gambino negli anni ’80. Alcuni di questi tour si concludono con degustazioni di cibo italiano. È inoltre facilmente reperibile un tour fai-da-te dei siti da visitare a Brooklyn e nel Queens, tra cui la casa natale di Al Capone e il Saint John’s Cemetery, dove riposano tra gli altri Carlo Gambino, Joe Colombo e Joseph Profaci.

Qualcosa di simile succede anche in Sicilia, dove nei pressi di Palermo sono presenti diversi operatori che organizzano tour guidati a Corleone. Alcuni di questi includono tappe legate non solo alla storia della mafia, ma anche dell’antimafia, come la visita del Centro Internazionale di Documentazione sulla Mafia e del Movimento Antimafia, insieme ad approfondimenti sulle figure di Bernardino Verro e Placido Rizzotto, sindacalisti corleonesi brutalmente assassinati da Cosa Nostra, rispettivamente nel 1915 e nel 1948. Altri tour guidati si limitano a sfruttare il nome di Corleone per pubblicizzare visite a luoghi artificiosamente collegati alla storia della mafia. Anche in questo caso non mancano le degustazioni a conclusione dei tour.

Nonostante su TripAdvisor sia presente la pagina del cimitero di Corleone, con una recensione che evidenzia la presenza delle tombe di Rizzotto, Navarra, Riina e Provenzano, nessuno di questi tour include questa tappa. Ciò non ha impedito a qualcuno di organizzare un viaggio ad hoc per raggiungere questa meta. Nel 2022, le forze dell’ordine hanno notato la gita di un pregiudicato foggiano che, con moglie e figlio piccolo al seguito, ha visitato le tombe di Riina e Provenzano, documentando tutto sui social network.

Il fenomeno del turismo dell’orrore legato al crimine organizzato è florido anche in Colombia, in particolare a Medellín, dove diversi operatori turistici offrono un tour dei luoghi simbolici dell’ascesa criminale e della successiva caduta di Pablo Escobar. I tour includono la visita alla casa museo gestita da Roberto Escobar, fratello maggiore di Pablo, e un macabro pellegrinaggio alla tomba di Don Pablo, dove alcuni turisti hanno staccato alcuni tasselli dal mosaico circostante come souvenir del loro narco-tour a Medellín. È inoltre possibile visitare la Catedral, la lussuosa prigione costruita dallo stesso Escobar in cui fu temporaneamente detenuto. Jhon Jairo Velásquez Vásquez, l’ex sicario del cartello conosciuto anche come Popeye, intervistato da David Farrier, ha confermato che nella Catedral sono stati commessi omicidi da parte del cartello. I turisti interessati alla storia di Escobar possono anche visitare l’Hacienda Nápoles, la lussuosa tenuta di Escobar oggi trasformata in un parco tematico.

Il cartello di Medellín ha influenzato anche il turismo delle Bahamas, in particolare dell’isola di Norman’s Cay, conosciuta per essere stata il feudo del narcotrafficante Carlos Lehder. L’isola caraibica è stata uno scalo chiave per il narcotraffico, dove Lehder possedeva l’unico hotel e una villa, chiamata “Vulcan” per la forma conica del tetto, e controllava il porticciolo e la pista d’atterraggio. Fino alla sua fuga definitiva nel 1981, Lehder impediva l’accesso a visitatori non graditi. Ricercando l’isola su Google Maps, la prima immagine che appare è quella di un aeroplano sommerso nelle cristalline acque della costa orientale, noto ai turisti come “l’Aereo di Pablo Escobar”. Su Instagram è sufficiente scrivere le parole chiave “Escobar Plane” per trovare centinaia di foto e reel di travel blogger su questa “attrazione”. Nel 2017, il nome di Escobar è stato sfruttato anche dagli organizzatori del Fyre Festival, un disastroso festival musicale interrotto anticipatamente per gravi disservizi, per promuovere come esclusivo e lussuoso l’evento sull’isola la cui proprietà era stata attribuita erroneamente al narcotrafficante.

L’aereo attribuito ad Escobar nei pressi di Norman’s Cay

In questa epoca di social network e di mete turistiche pubblicizzate come “instagrammabili”, la visibilità di luoghi turistici un tempo di nicchia è aumentata sensibilmente rendendoli maggiormente noti a chi ricerca esperienze non convenzionali. La linea di confine tra turismo macabro e luoghi da visitare per comprendere a pieno il fenomeno mafioso è spesso sottile, pertanto non è possibile considerare la curiosità di questi turisti solo ed esclusivamente morbosa. Resta il fatto che l’interesse per il crimine organizzato sembra essere vivo, come dimostrano i numerosi musei della mafia e dell’antimafia sparsi per il mondo, che meriterebbero un approfondimento a parte. Questo fenomeno, apparentemente di nicchia, merita di essere analizzato perché può rivelare quanti ancora oggi sono affascinati dal crimine organizzato, romanzato dal cinema, e quanti invece hanno la giusta sensibilità sull’argomento.

Related Post